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Daniele Assereto
Daniele
Assereto


 
Febbraio 2006

28 febbraio 2006
SERENITÀ

Questa è la ricetta per la serenità. Non ci sono dosi consigliate, o controindicazioni scritte minuscole sul bordo sbiadito della confezione. Non ci sono categorie di persone a cui possa arrecare danno, o che ne possano trarre sofferenza per un qualsiasi motivo. È questa, la ricetta per la serenità.
Diffidate da tutti quegli elisir che provano a vendervi millantatori che non credono nemmeno nella loro ombra. Diffidate da tutte quelle parole che vi versano addosso gli invidiosi, i disillusi o gli amareggiati. Diffidate di voi stessi, se solo cominciate a non credere a quanto state leggendo.
Questa è la ricetta per la serenità. Cominciate a vivere in una città che amiate, che vi tolga il respiro, senza la quale non potreste proprio mendicare un briciolo di speranza per il domani. Prendete una città da amare. Prendete Genova. Lasciate che vi avvolga nel suo oscuro manto di promesse malcelate. Lasciate che vi racconti dei sogni che ha indotto a infinite generazioni di viandanti, approdati sulle sue soglie per trovare quella ricchezza di spirito che non esiste nell’esile fiume della vita. Lasciate che vi culli con le sue carezze di marmi corrosi dal tempo. Lasciate che vi distragga con le sue oscillazioni nascoste. Lasciate che vi ricordi che la bellezza non dimora dove tutti la possono cogliere, ma nel profondo di uno sguardo timido che poco si addice all’ostentata sicurezza di una megalopoli tirannica.
Questa è la ricetta per la serenità. Circondatevi di amici sinceri, fidàti e cristallini. Circondatevi di anime candide, e lasciate che vi prendano per mano e vi conducano lontano. Lasciate che vi ricordino quanto di bello vi sia nello sbattere d’ali di una libellula, e brindate con loro al sorgere dell’ennesimo sole invernale. Lasciate alle spalle ogni insicurezza, e quella famiglia che vi siete scelti riuscirà a farvi sorridere anche quando l’inferno intero sarà in lacrime. Non piangete per esso. Brindate con lui.
Questa è la ricetta per la serenità. Poche regole semplici da leggere, ma difficilissime da seguire. Poche regole difficili da mettere in pratica, ma semplici da bruciare. Prendete questo foglio. Bruciatelo. Con esso, bruciate ogni promessa abbiate mai ricevuto per raggiungere la serenità. Non esistono regole. Non vi sono leggi. Niente elisir. Solo la cenere di un foglio inutile, e la vostra vita. Vivetevela.

Sono il suono di un ramo che si spezza
sotto il peso di uno sbattere d’ali innocente,
sono il suono di una nuvola che svanisce
dal candore di un giorno di pioggia,
sono il suono di una sguardo rapito
mentre coglie l’angolo di un sorriso rubato,
sono il suono di una goccia che si scioglie
mentre tutto il mondo dorme ignaro.
Sono tutti questi suoni
e molto di più,
sono tutti questi sogni
ma poco di meno,
sono tutti questi segni
e tutti credono di conoscermi
quando mi vedono passeggiare
per le vie di Genova
sotto i temporali
durante i funerali
o col sole infernale.
Sono tutti questi suoni
e niente di quello che avete sentito finora
avrà più un senso
perché non dovrete più star male
o interrompere i vostri pensieri
sulla presunta serenità che agognate
nelle vostre serate in solitudine
quando le lacrime macchiano il cuscino
e vi promettete che non vi sveglierete mai più
con quei pensieri maledetti
che vi bruciano l’anima
quell’anima che neanche vi appartiene più.
Sono il suono di un ordine disincantato,
sono il suono del ricordo di quello che eri,
sono il suono di tutto ciò che non sarai mai,
non abbassare il volume
o non conoscerai mai te stesso
o non sarai mai te.

Ho sputato nel piatto dove Cristo ha mangiato. Ho sputato e mi sono mondato le labbra con il mio stesso sangue, sgorgato un mattino dieci minuti dopo il sorgere del sole. Lordo dai miei pensieri, ho accentrato l’egoismo in un vassoio di speranze svanite nel buio di un pianto infantile che non è altro che la mia stessa coscienza.
Ho mangiato nel calice dove Cristo ha bevuto. Ho mangiato e tutto il cibo mi è andato di traverso, lungo quella diagonale senza ritorno che porta al condizionale. Sporco dal mio stesso vomito, ho dimenticato tutto quello che di buono non esiste nel soffio di una margherita.
Ho pregato dio e il diavolo nella stessa preghiera, affinchè io possa cambiare domani, affinchè io non cambi mai. E che si fotta la serenità. Ho pregato il diavolo e dio mi ha risposto, ho pregato dio ed il diavolo mi ha incoraggiato, ho pregato dio e il diavolo nella stessa preghiera, e mi hanno ignorato entrambi. Stolto io, e tutti i miei pensieri. Stolto io, ed il cammino di un pensiero che non vuole sparire dal mio cervello. Mente, parola, pensiero, azione. Mi manca tutto per essere completo, non mi manca niente per essere dannato. E che si fotta la serenità. Ancora una volta. Ed una volta ancora. E ancora. E ancora.
Ho sputato nel piatto dove Cristo ha mangiato. Ho riso, e mi sono tradito. Ho pianto, e mi sono condannato. Ho sussurrato il nome di dio, e sono stato perdonato. Da te? Da me. Dal diavolo. Da me. Da dio? Da me.
Sputate con me. Sputate in silenzio. Sputate urlando. Sputate sulla croce. Sputate su di voi. Sputate sulla serenità. Sputate sull’esistenza che conducete. Sputate sul diavolo. Sputate su di voi. Sputate sul vetro che vi separa dal mondo. Sputate sugli sputi che state sputando. Sputate sul silenzio. Sputate sulla serenità. Sputate su di voi.
Sputate. Sputate. Sputate. E che si fotta la serenità. Sputate.

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28 febbraio 2006
STRIP 74

588

Pirandello... questo sconosciuto!

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27 febbraio 2006
STRIP 73

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Scena realmente successa...

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26 febbraio 2006
STRIP 72

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Una serata al LogoLoco insieme a Genovatune... e che serata!

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26 febbraio 2006
SGUARDI

Ho visto l’amore. Si rifletteva nei suoi occhi, candidi sotto la luna trasparente. Si rifletteva nei suoi occhi, ed era la dimostrazione che tutto il grigio della vita può sparire in un soffio, come per incanto.
Ho visto l’amore. E mi sono costretto a ricordare a me stesso di come la mia ricerca sia bel lungi dal trovare soluzione, e che il riposo non è contemplato in quella mitologica caccia al tesoro che è la vita.
Ho rimpianto l’amore che ero riuscito a trovare in passato, e mi sono chiesto se io ne sia mai stato degno. Ho mai meritato i sogni che ho infranto? Ho mai soddisfatto un solo desiderio che non fosse mio? Ho mai cercato di raggiungere una meta che non mi fosse preclusa?
I ricordi hanno iniziato ad assalirmi, e mi sono trovato davanti agli occhi sorrisi di tempi passati che credevo non avrei più cercato, e mi sono trovato a sperare di rivedere anche solo per cinque secondi il suo volto, il suo spirito, il suo candore.
I ricordi hanno avuto il sopravvento, e sono retrocesso di tanti mesi. Senza speranza di promozione? Non lo so. Non credo. Ma non importa. Adesso.
L’unica cosa importante in questo momento è la schiuma in un bicchiere che sta appassendo su questo tavolo di legno, appassendo in solitudine, appassendo in quella perenne agonia che è una vetrata di mille colori ma condannata a restare sempre, per sempre, in ombra.
L’unica cosa importante in questo momento è la mia stessa vita, l’egoismo, l’altruismo, quella serenità che cerco sempre di trasmettere e raramente ritrovo negli occhi che ho di fronte, giorno dopo giorno.
Cosa ne penso del futuro? Voglio cercare di cogliere ogni attimo, quando verrà.
Cosa ne penso delle speranze? Mi danno la forza di alzarmi dal letto, ogni mattina.
Cosa ne penso della birra che ho davanti? È come me. Sola. Ma per lei, la solitudine sta per finire.
Cosa ne penso dell’amore? Non voglio smettere mai di cercarlo.
Cosa ne penso della vita dopo la morte? Semplice. La mia o la tua?

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25 febbraio 2006
STRIP 71

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Cronache di un fine sabato sera...
Maggiori dettagli: http://www.covodeglisbronzi.it/?archivio=130

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24 febbraio 2006
STRIP 70

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La prima frase è una citazione da "qualcuno volò sul nido del cuculo"...

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23 febbraio 2006
STRIP 69

583

...chi non ha mai biascicato?

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22 febbraio 2006
STRIP 68

582

Maggiori sviluppi in arrivo...

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21 febbraio 2006
STRIP 67

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Ah, le ambientazioni genovesi...

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20 febbraio 2006
STRIP 66

580

Ah, la fissa per gli anagrammi... :-)

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19 febbraio 2006
STRIP 65

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Le basi sono state gettate...

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18 febbraio 2006
STRIP 64

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...e tre...

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17 febbraio 2006
STRIP 63

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Seconda parte...

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16 febbraio 2006
STRIP 62

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...l'inizio di una saga che sconvolgerà il mondo di Control Denied!

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15 febbraio 2006
STRIP 61

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Identico! Anche se non sono il solo, a meritare l'appellativo di "servo della gleba"... ma non è una consolazione! :-)

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14 febbraio 2006
STRIP 60

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Grazie Teo, per la frase sulla maglietta...
...e ancora buon San Valentino a tutti quelli che se lo possono permettere!

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13 febbraio 2006
STRIP 59

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Sempre più vicino...

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12 febbraio 2006
STRIP 58

572

In questo periodo, sto odiando Genova e i suoi parcheggi... e la Scalinata della Morte!

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11 febbraio 2006
STRIP 57

571

Grazie, Vaz!

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10 febbraio 2006
STRIP 56

570

San Valentino si avvicina...

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9 febbraio 2006
STRIP 55

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Non potevo non riutilizzare questa splendida ambientazione... :-)

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8 febbraio 2006
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...scene di vita vissuta...

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7 febbraio 2006
STRIP 53

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Confermo: è identico al ritratto. Altro che omini di South Park...

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6 febbraio 2006
STRIP 52

566

Parentesi storica?

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5 febbraio 2006
STRIP 51

565

Episodio realmente accaduto, nei giorni attorno a capodanno...

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5 febbraio 2006
PERCENT90

La musica dei Percent90 è come una cornice appesa al muro senza una tela dentro. Ieri sera, all’AlterEgo subito dietro Piazza delle Erbe, c’è stato il debutto artistico di questo gruppo genovese che si definisce "emo" e apriva ai Maradonas. La presente non vuole essere una recensione dell’intera serata, ma una semplice osservazione dell’approccio di un gruppo quando sale su di un palco per la prima volta. Come viene accolto. I pregi ed i difetti. Insomma, un articolo sul gruppo di spalla, e non sugli headliner.
Una cornice appesa al muro senza una tela dentro, dicevo. Le canzoni erano abbastanza incalzanti e complesse, ritmate, semi ossessive quasi fossero frutti di bosco spiaccicati sul bianco muro della musica. Una buona base ritmica faceva da contorno ad una chitarra leggermente sbavata che in certi passaggi tremava, accelerava, provava a brandire note non sue. Una buona base ritmica che innalzava battiti di un cuore malato in cura da un silenzio divino, sovrastata da una voce che copriva le lacune vocali con apparente disagio ed emotività inespressa. Una buona struttura compositiva, con qualche piccola imprecisione esecutiva, in definitiva. Ed il calore di un pubblico curioso.
È innegabile che quando un gruppo suona, un gruppo minore intendo, un gruppo appena nato, la maggior parte delle persone presenti siano amici o conoscenti, per cui qualunque nota venga emessa da quegli strumenti verrà ben accolta ed applaudita. E negare che ieri sera vi sia stato questo, non sarebbe giusto. C’è stato, eccome. Però c’è stato anche qualcosa d’altro. Qualcosa di diverso. C’è stato coinvolgimento anche in chi non li conosceva e non sapeva che genere avrebbe ascoltato, quella sera, tra quelle strette mura dell’AlterEgo. Ho visto ragazze accennare passi di danza e ragazzi tenere il tempo col piede. Ho visto teste annuire e sorridere serene. Bene.
Prima dell’inizio delle danze riesco a scambiare quattro parole con Valeria, la cantante, e mi accorgo di come sia emozionata e tranquilla al tempo stesso. Tesa e rilassata. Pronta.
Ho detto che la musica dei Percent90 è come una cornice appesa al muro senza una tela dentro. Come tutti i gruppi all’inizio della loro vita musicale, ovviamente hanno da limare, stuccare e rimodellare molte delle loro espressioni sonore. Devono migliorare, crescere, svilupparsi e soprattutto resistere. Ma la prima esecuzione è stata promettente. Se continueranno così, so che non mi deluderanno. E quindi, aspetterò con ansia che compaia quella tela, dentro la cornice musicale.

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4 febbraio 2006
STRIP 50

564

Una nuova comparsa?

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3 febbraio 2006
STRIP 49

563

...giusto perchè non si vada a dire in giro che mi autocensuro!

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2 febbraio 2006
STRIP 48

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Continuiamo con l'autocensura?

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1 febbraio 2006
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Un piccolo omaggio a Nuvole Elettriche... :-)

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