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Daniele Assereto
Daniele
Assereto


 
11 Luglio 2005
SUONI IN RIVIERA

Ecco che cosa succede ad innamorarsi dei suoni che provengono dalle onde. Ecco cosa succede a lasciarsi ammaliare dalle sirene e dal loro canto. Questo, succede. Si resta imprigionati dalle voluttà. Si resta incatenati a quei suoni che tanto ci piacciono, che tanto ci fanno sognare, che tanto ci colorano la vita.
Venerdì 17 giugno ho sentito suoni riempire un locale stretto tra le scarne vie di Rapallo. Suoni che apparivano e scomparivano come una chimera dal nulla invocata e nel niente sparita. Vorrei di più, poco di più, ma mi sono accontentato lo stesso di quei suoni che niente portano con sé, se non la consistenza di qualcosa condiviso insieme che non può essere separato. Venerdì 17 giugno ho sentito i Three Imaginary Boys.
Venerdì 24 giugno ho lasciato che il ritmo calasse verso di me, e mi avvolgesse col suo manto dorato di fugaci illusioni e semplici verità. Mi sono tolto da davanti agli occhi tutte le finte credenze e ho lasciato che il caldo circondasse ogni singolo atomo del mio spirito musicale. Ho sentito note di basso che rimbalzano su di una batteria ritmata e fugace. Venerdì 24 giugno ho sentito i Sisterfrant.
Mercoledì 29 giugno ho scoperto che la semplicità dimora ancora nel mio spirito, e con essa tutto il candore di una musica fuori dal tempo ma mai fuori luogo. Ho abbandonato tutte le certezze maturate in anni di cruda espiazione sonora e mi sono ritrovato bambino, a piangere su me stesso attraverso quelle note pure di spirito. Ho tagliato le lunghe corde del contrabbasso della mia vita, per ritrovarmi a volare su calde intonazioni e leggeri colpi di tamburo sul cuore. Mercoledì 29 giugno ho sentito i Quelli che... il swing.
Venerdì 8 luglio ho sentito il passato tornare a bussare alla mia porta, sotto forma di allucinazioni sonore dal nulla comparse. Ho cantato a squarciagola e ballato su melodie note e non note, su note conosciute e sconociute. Ho pianto di gioia per il calore che veniva verso di me, e sono rimasto affascinato dalla gentilezza di quei tocchi, femminili e allo stesso tempo così sicuri. Ho riscoperto la verità sull’essenza musicale, quando c’è gioia nel rapportarsi con i propri strumenti. Venerdì 8 luglio ho sentito i Peanuts.
Ci sono tanti suoni, sparsi per il mondo. Tanti suoni da esplorare, conoscere, imparare ad amare. Tanti suoni sono già stati scoperti, ma altrettanti ne restano ancora da trovare, e rivelare ai cuori della gente. È la ricerca di quei suoni che ci rende migliori, che ci avvicina a quel sogno di divinità che tanto ci illudiamo di riuscire a raggiungere, con le nostre preghiere nei confronti di chissà chi. È la ricerca di quei suoni, il fine ultimo di chi vuole trovare ancora quella musica che ci alberga nel cuore. È la ricerca di quei suoni, il fine ultimo del Nota bene Live.

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