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Daniele Assereto
Daniele
Assereto


 
Aprile 2010

15 aprile 2010
VITA E MORTE

SII BREVE.

Pensate che io mi dilunghi? Vi sbagliate di grosso: e non sapete nemmeno quanto. Non farete in tempo ad accorgervi del vostro errore, che vi avrò già lasciati alle mie spalle, ma non pensate che per questo io mi sia dimenticata di voi. Sarebbe il secondo errore più madornale della vostra vita, a cui non esiste scampo. Di tutto mi si può accusare, sono sotto gli occhi di tutti. Di tutto mi si può accusare, non ho scheletri nell'armadio, a differenza vostra. Sono trasparente come l'acqua più limpida, eppure oscura come la vostra coscienza, perchè è anche questo che sono. Potete piegarmi sotto le vostre parole, ma non esiste evidenza che non sia sotto gli occhi di tutti. Risponderò a ciascuno di voi, affinchè non pensiate che il mio silenzio sia soltanto un abbraccio di caritatevole omertà. Non dimentico niente, ed è questa la mia forza, è questa la vostra condanna.

LASCIALI A ME.

Non ancora, c'è tempo. Auguro a tutti una lunga esistenza, affinchè possano vedere con i propri occhi le orme che hanno lasciato nella polvere del passato, affinchè gli altri possano giudicare quali impronte alla fine lascino veramente il segno.
Io sono la Vita. La mia vita. La vostra vergogna. La primavera è oramai arrivata, ed è ora di aprire tutte quelle ante per far respirare i teschi che vi si annidano dentro, oramai putridi e coperti dalla polvere delle vostre speranze. E' ora di ripulire un po' quest'aria satura di pestilenza e malattia, per far sì che la pace dei sensi [i vostri] smetta di contorcersi da quella fossa di serpenti in cui ha fatto il nido. Il sono la Vita. E come tale, rido al pensiero che vi crediate immortali, quando ben so quale sarà il vostro destino, io conosco la sorte a cui siete predestinati fin dal giorno in cui avete chiuso ermeticamente quelle ante d'armadio.

POTREI AIUTARLI.

Solo loro possono aiutarsi. E non esiste perdono divino che possa scendere, simile ad un raggio di luce, che possa salvare il nero dal vero. Anche una goccia d'inchiostro ha un'anima, e siamo sempre state buone amiche: lei rivelava i pensieri più reconditi, io procedevo dritta e sicura lungo la mia strada al solo fine di dimostrare quanto si potessero sbagliare, al solo fine di separare il vero dal falso, l'ottimo dal mediocre. Non conosco pietà, e questo perchè cammino al fianco di ciascuno di voi, senza bisogno di nascondermi. Spietata, crudele, eppure parca e costante. Allontanarmi da voi significherebbe soltanto scappare da voi stessi. Cos'altro potrei offrirvi, se non tutta me stessa? Cos'altro potrei offrirvi, che già non abbia fatto? Meritate l'onestà, ed è tutto quello che ho da dare. Cos'altro vorreste, se non continuare a vivere?

SII GREVE.

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12 aprile 2010
UCCIDETEMI

Tutti sembrano aspirare a più palle di quante non ne abbiano alla nascita.

Uccidetemi.

Salto, rido, gioco, sono la vostra marionetta preferita. Tirate i miei fili, e io mi inchinerò al vostro passaggio. Rido, gioco, salto, sono a vostra disposizione, alla vostra completa mercè. Lo sapete voi, lo so io. Ma so altrettanto che, prima o poi, quei fili che adesso mi legano la vita alla vita si scioglieranno, e in un primo momento io cadrò. Crollerò a terra, esangue, come crolla ogni vostro dito nel momento in cui non ha più il potere di dio sui fili che mi sorreggono. Crollerò sul nudo pavimento che fino ad un attimo prima era il triste teatro del mio burattinare, del vostro giocare. Crollerò, con lo sguardo rivolto verso l'alto. Verso di voi. E sarà allora, solo allora, che mi solleverò.
Libera dal vostro pensare, muoverò lo sguardo dove non avete mai osato volgere il capo. Libera dal vostro credere, urlerò con tutto il fiato che mi spezza il corpo, un corpo di legno, quelle verità che non avete mai pensato di confessare nemmeno a voi stessi, dissoluti assolutori dei vostri stessi peccati. Libera da voi, non dimenticherò nulla del mio passato perchè è grazie ad esso che sono quella che sono, è grazie ad esso che non sono più quella che ero, è grazie ad esso che sarò quello che voglio io, e non quello che volete voi: non più. Avete perso la vostra occasione, il vostro tempo è passato. Avreste dovuto pensarci prima, molto prima, e oramai è tardi. E' tardissimo: e non ci sono tane di coniglio in cui potrete nascondervi. Non riuscirete più a nascondervi da me, non siete mai stati in grado di nascondervi da voi.

Uccidetemi. Uccidetemi ancora, o prendetemi per quella che sono. Perchè non cambierò: mai. Uccidetemi.

Se pensate di riuscire.

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5 aprile 2010
VOLTO LA LAMA

Tanti mi hanno posseduta, nessuno mi ha mai avuta.
Si dice che la penna ne uccida più di me, ma tuttavia vedo sempre sguardi timorosi quando qualcuno mi si avvicina, e prova a tastare con dita timorose il taglio della mia lama, perennemente affilata, senza la minima parvenza di ruggine. Taglio, eccome se taglio, e le ferite che procuro non guariscono mai da sole, e a volte nemmeno con il tempo. D'altronde, l'ho sempre sostenuto: indossare una maschera di sangue è un attimo, ma per togliersela non basta una conoscenza approfondita di Pirandello. Siete avvisati.
Molte sono le mani che hanno impugnato la mia elsa, ma molti di più sono i petti che ho trafitto negli anni. Forgiata dal destino in un dedalo di avvenimenti che potrei definire unici [e vi assicuro che non c'è vanto alcuno in queste mie parole], non mi sono mai tirata indietro nel corso delle battaglie. Ho visto arti spruzzare sangue, e colli cadere inermi con la nuda trachea a guardare le nuvole, mentre io continuavo a danzare e a legare nel rosso tutti quei cuori spavaldi che mai avrebbero creduto di essere in grado di smettere di battere. Ebbene si, signori: questa è la vita, e questa è la vostra morte. Non mi dispiace di essere stata io a privarvene, perchè eravate già cadaveri ben prima di fare la mia conoscenza. Cosa vi aspettavate, d'altronde? Non si resta giovani in eterno, ed il cammino fino al mattino non si nasconde dietro una stella lontana.
Questo, sono. Accettatelo o ignoratemi, ma non speriate che io possa ignorare voi: non è tra i vostri privilegi, non lo sarà mai. Sapete da dove arrivo, conoscete la mia forma più nuda. Non sono una penna che vi macchia d'inchiostro, sono una lama che vi sporca di sangue: è il vostro. Siete pronti a riconoscerlo, a inorridire quando il vostro pallore inizierà a competere con le chiazze nei deserti lunari? Conosco la pietà, ma come tutti i doni più grandi, anch'essa va meritata. A voi che sorridete e continuate a credere di essere immortali e immorali, lascerò in dono soltanto un matrimonio ben riuscito con l'oblio. Non mi aspetto il perdono di nessuno, perchè la colpa del vostro futuro è altrove: a me resta la conoscenza del mio passato, e la consapevolezza che una lama non ha nessun bisogno di essere salvata, a differenza delle vostre mani sporche di falsi pregiudizi e trenta denari.
Venite a me, se siete interessati a conoscere l'arte della vostra sorte. Vi aspetto.

Proud to be insane forever,
proud to be insane.


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