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Daniele Assereto
Daniele
Assereto


 
21 Novembre 2008
RISVEGLIO

Due note accompagnano la notte.
Una è triste, l'altra ride sempre.
E' un sorriso amaro, di chi vive l'intera vita con un peso al collo che a fatica riesce a portare appresso, guardandosi indietro e rivivendo tutti gli errori e le incertezze del passato. E' un sorriso triste, di chi mostra i denti con orgoglio e [de]ride la vita. E' un sorriso sincero, senza ombre, che raccoglie a sè tutti i giochi di luci nelle tenebre della sera.
Una è triste, l'altra ride sempre.
E sono lacrime dolci, condite da un candore che ancora lascia spazio ai giorni a venire, ai riflessi che poco per volta trapasseranno oltre quelle finestre chiuse. Sono lacrime buone, come una morsa che taglia le gambe ma regala dolore e passione. Sono lacrime vere, che non spariranno domani, quando il sole illuminerà le ceneri di quel vampiro che è la solitudine.
Due note accompagnano la notte. La notte lunga, la notte di feste, la notte di ansie e di arsure in gola. La notte tinta di bianco che danza solitaria, quando tutti sono oramai andati a dormire, quando l'aria stessa inizia a profumare di rumore e di mattino. Martirio, una nota, pace, la seconda. E la notte scivola via, nel ricordo di un accordo maggiore che diminuisce nel tempo, nel "mi ricordo" di quando ancora il buio di cuoio avvolgeva tutto e donava colori ai tenui riflessi sugli specchi.

Risveglio.

Il sole sorge alto, l'oscurità è oramai lontana. Tutti i progetti iniziano a prendere forma, ad assalire il cervello da più parti, e a concretizzarsi nell'immediato futuro. Cosa ci aspetta nel passato prossimo, oramai è noto. Cosa ti aspetta nel futuro posteriore, lo sanno soltanto quelle tegole che ricoprono il tetto della tua perseveranza.
Il sole sorge alto, e illumina con i suoi raggi incorporei tutti i ricordi di quelle notti di dolore che ti hanno visto arrabbiato e deluso, ebbro di vita e perennemente stanco. Affaticato dal passato, dalle emozioni che non fanno più parte di te. Forte e fortificato come uno stelo vergine che non verrà strappato dal suolo. Mai.
Il sole sorge alto, ed il tuo sguardo cade dal profondo delle tue iridi, in quel baratro fosforescente che sono i cassetti dei tuoi pensieri. Ne apri uno, e vi trovi dentro una massa di fili annodati tra loro in modo asimmetrico, come un nido di sterpi. Ne apri un secondo, e ti sovvien l'inferno. Ne apri un terzo, un quarto ancora, ne apri a decine, a centinaia, uno dopo l'altro, senza fermarti mai. Sei avvolto da quella luce che ti abbraccia e ti sussurra parole tentatrici, come i bisbigli infantili della brezza al mattino. Cedi alle lusinghe, e parti al loro seguito.
Il sole scompare all'orizzonte. E' di nuovo venuto il tempo di festeggiare. Di piangere. E' di nuovo venuto il tempo di esistere.
Tetre son le membra al risveglio.

Tre baci per te.

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