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Daniele Assereto
Daniele
Assereto


 
9 Maggio 2008
CESENATICO I - PRIMAVERA

La primavera è una stagione strana. Di quelle che fan perdere le parole, praticamente. C'è chi la sente arrivare precisa come un orologio svizzero, il 21 marzo, dopo i tre lunghi mesi di freddo invernale, e poco importa se tutto attorno ancora continua a cadere la neve e ad imbiancare le cime dei monti più vicini. C'è chi crede che sia scomparsa, e quindi divide l'anno in estate e inverno, evitando magari di asserire banalità come "non esistono più le mezze stagioni" ma credendoci convintamente. E poi ci sono io.
Per me, la primavera comincia con una trasferta a Cesenatico. E di anno in anno, non cade mai negli stessi giorni, ma il periodo è sempre quello: i primi di maggio. Non dipende tanto dal posto, che in effetti potrebbe essere considerato quasi irrilevante, ma da tutta una serie di coincidenze di contorno. Anzitutto, l'allergia: è venendo a Cesenatico che inizio a trovarmi con gli occhi che lacrimano per il troppo sole, e con il naso che prude perennemente. Fastidioso. Non so se siate mai stati allergici a qualche cosa, ma è una di quelle condizioni che non augurereste a nessuno: non vi sentite male, ma perennemente indisposti, con un leggero filo di mal di testa che vi perseguita per tutta la giornata. E non dipende dalle poche ore di sonno, no, ve lo posso assicurare. Fastidioso, quindi, decisamente fastidioso. Poi mi ritrovo ad avere in valigia vestiti prevelentemente invernali, quando invece comincia a fare abbastanza caldo da farmi sudare in quelle magliette dalle maniche lunghe e nere che tanto mi hanno tenuto compagnia nei mesi invernali, quando mi salivano a noia le camicie. Si susseguono quindi ore in cui ho caldo, freddo, di nuovo caldo, ancora freddo, e avanti così. E poi okay, c'è anche la trasferta. Ma il risultato di tutto questo è che in genere mi ritrovo con qualche tratto di febbre che mi rovina tutto il periodo di trasferta fuori Genova.
Quest'anno, miracolo, non è ancora successo. La febbre intendo, perchè l'allergia e le botte di caldo/freddo ci sono ancora. Ma niente febbre. E mi domando se non stia in qualche modo rimpiangendole, visto che mi ritrovo adesso a narrarle quasi come se fossero un vecchio amico di cui sento nostalgia. No, non è così. Ma trovo curioso che in effetti sia il primo anno in cui ciò non accade, e sorrido. La primavera è proprio una stagione strana, ed è per questo che...

P.S. Ah, rieccole qui. Maledette parole.

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