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Daniele Assereto
Daniele
Assereto


 
10 Luglio 2007
BORBEROCK

Che cos'è, che fa di un festival un evento? Che cos'è, che rende un festival un punto di riferimento, un'occasione da aspettare di anno in anno, una gioia per gli occhi, le orecchie e l'anima? Tante cose, io penso. L'atmosfera, l'organizzazione, il luogo. Le persone. Il caso. La passione. Dal 6 all'8 luglio s'è svolto il Borberock, a Borghetto Borbera come dice il nome, ed è stato un insieme di tutte queste cose. Un manipolo di persone si sono ritrovate nel campo sportivo di Castel Ratti, per l'occasione ripulito e rimesso a nuovo in una settimana di intensi preparativi. Riesco ad arrivare in loco alle quattro del pomeriggio inoltrato, sotto un sole ed un vento preoccupanti, e dopo un rapido giro di saluti vado a posizionare la mia mini-tenda nell'area appositamente preparata, pronto per resistere alla tre giorni di musica: ed è infatti dopo poco che iniziano le danze, ed io prendo il taccuino per appuntarmi qualche sparuta impressione.

Ad aprire i concerti, poco dopo le 18, sono i VIOLA PUK, gruppo dalle distorsioni un po' gratuite, con pezzi molto strumentali. Il caso vuole che al chitarrista si rompa una corda durante l'esibizione, ma sono incidenti che possono capitare. Ottima la fine con un brano dei Velvet Underground. Dopo di loro si passa ai 5 HORIZON, duo (basso + chitarra) acustico, caratterizzati da una voce melodicamente graffiante, con brani un po' lenti ma discretamente ritmici. Poi vengono i GREY FOX, che iniziano lo spettacolo con "american idiot", giusto per far capire i propri intenti punk. Sono nel frattempo già sopraggiunte le 19 ed il poco pubblico inizia a ballare. Segue immediatamente "when september ends" e avanti così, tra cover e pezzi propri. Con i LACK OF RESORT il metallo della morte scende sul campo di calcio e la gente si avvicina ulteriormente al palco. Riff quadrati e grawling acuto: il Borberock si sospende temporaneamente per far spazio al Borbemetal. THE HI FEVERS sono invece un trio indie rock con canzoni a volte sul post grunge e arrangiamenti vocali maschili e femminili a cura del bassista e della chitarrista. Peccato che l'ora di cena abbia allontanato tanti presenti, perchè le sonorità alla Franz Ferdinand soddisfano (almeno il sottoscritto, s'intende). Viene quindi il turno dei PASSOVER, ensamble grunge con tendenze stoner e chitarre ritmiche sempre in prima linea. Non male il cantato italiano, che enfatizza il ritmo suffragato da un'ottima batteria solo a tratti un poco arrogante: è con questo gruppo che le tenebre iniziano a calare sulle sponde del torrente Borbera. Si passa quindi ai NADAR SOLO, fautori di un pop accennato su basi rock accattivanti, con influenze disorganiche e fatiscenti dal nulla carpite. Il cantato italiano rende, se non si fosse ancora capito che mi piace, soprattutto su partiture di batteria mezze sincopate e melodiche. I DEFOR MACHINE invece permettono il ritorno sul palco del metallo, sotto forma di thrash, con un cantato aggressivo che annulla la resistenza del pubblico e una batteria che enfatizza il tutto. La serata sta oramai giungendo al culmine quando salgono i BANSHEE, col loro rock dalle influenze inglesi, ed i BOOGAMEN, le cui etnie ritmate incalzano l'atmosfera di inquieta ipocrisia sul nascere di note scandite da ritmi melodici e aritmetici.

La serata è finita, e il banchetto Genovatune può quindi smontare dalla sua felice postazione e andare a riposare. Saluto Paso e gli amici presenti, e inforco quindi la tenda. Passa la notte, ed il risveglio arriva con il sole già alto nel cielo. Dopo una lenta colazione al bar di Borghetto, rientriamo al Festival praticamente per ora di pranzo, giusto per finire dritti a fare il bagno nel fiume lì vicino. Rientriamo in zona concerti giusto per assistere ad una gavettonata che degenera quanto prima, e decidiamo che è giuta l'ora dell'anguria. Detto fatto, iniziamo a ri-allestire il banchetto di Genovatune in mezzo a fette di cocomero e sotto un sole imperscrutabile.

I concerti oggi vengono aperti poco dopo le 17 dalle CHORDEWA e dal loro rock al femminile con influenze indie: i brani sono strutturalmente non troppo banali, ma non eccessivamente amalgamati al loro interno. Un gruppo che può migliorare parecchio, ma con ottime premesse. I MOLDIG sono invece un duo caratterizzato anch'esso da una voce femminile, ma ben più calda. Una musica ipnotica, crescente, con poco chiare influenze new wave. Peccato che la batteria sia campionata, perchè forse con un musicista guadagnerebbero in presenza scenica. Nel frattempo, tutt'intorno cominciano ad arrivare alcune lambrette per il raduno serale. I SINGLE FACTOR hanno invece dalla loro un rock progressivo incantevole, con flauti e sax a condire il tutto. La voce, forse, era poco integrata nell'insieme, e a volte sembrava quasi fosse leggermente fuori tono, ma senza disturbare. Inizia, con Paso, il tormentone: "ma di tutti i posti... ma proprio lì?" Tocca quindi ai SINE': buono il loro rock ricercato, con spunti emo e atmosfere sognanti. Le canzoni sono ben strutturate, con poche parole ma ben posizionate e suadenti nel loro accompagnare la batteria. Poi vengono i MADIDO RESPIRO, dopo una pausa interminabile, e la loro musica aggressiva riempie tutti gli spazi sonori lasciati silenti per troppo tempo. Il cantante scende dal palco e canta in mezzo alla gente. Le canzoni un po' tutte uguali, dopo un po'... ma poco importa. Discorso completamente diverso per i 2 NOVEMBRE, i cui suoni hanno bisogno di ben poche presentazioni, visto che riescono sempre ad attirare verso il palco tutti i presenti. Il loro rock dalle influenze stoner convince sempre, e mi rendo conto che noi siamo solo un milione di gocce cadute dal cielo, riuniti per l'occasione tutti insieme proprio per tornare ad ascoltarli. Dopo di loro tocca al noise indie dei CUT OF MICA, sempre convincente nonostante l'apparente non linearità della struttura compositiva, acida al punto del giusto non ritorno. Gli HATTORI HANZO propongono invece un rock molto melodico, su italico idioma, incalzanti sotto il suono delle stelle oramai alte sopra di loro. Ottime le punte di ska acido ma assai gradevole e melodico. Chiudono la serata i MINISTRI e il loro rock isterico, composto da voce roca e cantato in italiano. Buona la coesione sul palco, peccato solo per i suoni che non hanno reso abbastanza giustizia. "Suoniamo per non lavorare mai".

La giornata di sabato è oramai finita, e anche stasera guadagno la tenda al culmine della stanchezza ma con un senso di appagamento notevole. Mi spiace veramente che il giorno dopo non sarò presente e mi perderò i concerti, ma purtroppo lunedì mattina mi aspetta un duro risveglio e quindi non posso fare tardi. E' quindi nuovamente col sole alto che domenica mattina mi alzo, guadagno un'altra lauta colazione al bar di Borghetto, mi concedo il secondo bagno nel fiume, ed è oramai giunta l'ora dei saluti. Arrivo quindi a casa a Rapallo nel primo pomeriggio, ma mi rendo conto immediatamente che il Borberock già mi manca, e quindi faccio immediatamente marcia indietro e torno a Borghetto, giusto in tempo per giocare ad "uno" poco prima dell'inizio dei concerti.

Partono quindi i PERCEZIONE DISTORTA, con il loro stoner aggressivo con cantato italiano a volte un po' sopra le righe, che avevo già sentiti al SantoRock, e che convincono il poco pubblico presente ma ben partecipe sotto il palco. Vi sono alcune imprecisioni di batteria ma è ottima la presenza scenica, soprattutto nel brano finale, in cui il cantante è stato coadiuvato da due volonterosi aiutanti. Vengono poi i DEIMOS: il loro rock coinvolge un po' meno i presenti nonostante una ritmica incalzante che sfocia in brani lenti e paranoicamente riflessivi, conditi con una voce lamentosa e leggermente distaccata. I DEEP THROAT invece presentano un hardcore veloce e con brani purtroppo molto simili, al punto da annoiare dopo pochi minuti. Il cantante era il medesimo dei Madido Respiro già ascoltati ieri, e proprio come ieri saliva e scendeva dal palco durante le canzoni. Ottima la sezione ritmica, nonostante il genere ahimè ripetitivo. Segue una pausa interminabile, necessaria per fare i suoni di batteria degli headliner, scandita per fortuna dalle note in sottofondo de "Le stagioni di Alice". Partono quindi i TROUBLED HEADS, gruppo punk viscerale con contaminazioni sfuse e condite da un cantato arrabbiato e incattivito dall'esperienza sui palchi. Buona la sezione ritmica ed il coinvolgimento del pubblico, dimostrazione dell'attività della scena genovese anche fuori casa. E' con la salita sul palco dei VIOLA RIOT e del loro rock graffiante e immediato, dalle scarne influenze grunge, che mi rendo conto che l'ora inizia a farsi tarda, e quindi assisto a solo poche canzoni prima di salutare definitivamente tutti i presenti e andare via. E' con profondo dispiacere che penso di essermi perso l'emo rock degli IMODIUM e il punk rock dei GERSON, ma acquisto un ultimo pezzo di serata con il cd dei THE FIRE che mi terrà compqgnia nel viaggio fino a casa, con il loro pop rock melodico e quella "small town boy" che canto a squarciagola con il finestrino abbassato.

Il Borberock è finito, e sono riuscito ad essere presente. Genovatune ha allargato i propri limiti sfociando in provincia di Alessandria, ma in certi casi mi rendo conto che non esistono confini. Non quando è la musica a decidere il proprio percorso, non quando è la passione ad aprire la strada. Rileggo quindi alcuni commenti che ci sono stati lasciati nel corso di queste sere, e ripenso alle foto scattate con Natalino. Grazie a tutti, ragazzi, per averci permesso di essere presenti ad un pezzo della vostra passione.

Shuster è mia mamma. Fantastico! Allora siamo fratelli!

Questo Borberock è fantastico! Genovatune ha organizzato veramente un bel festival... ah no, non organizzano loro. Loro hanno organizzato il Santorock... non cazzo nemmeno quello! Ma... allora... Genovatune... checcazzo fa? Scrocca birra ai festival! R'n'r!

Il fonico è veramente un coglione!

Perchè ti lamenti?

Grandi tutti specie Cut Of Mica ed i Sinè che sono troppo fichi e villosi. Borberock rulla. Come al solito peccato per la mancanza inspiegabile dei New Machine.

Io amo la nerchia d'oro!

Proquratevi la penna di genovatiun.

La Valle è una vecchia zebra in calore!!

Roberta è una scorreggiona!

Ma gli Zorn? Al Borbe?!

Vogliamo Natalino e Pazuzu nudi! ...e tutti unti d'olio!

Ci vediamo il 27 sotto a lanterna!

No! Venite al Bulldog a sentire i 2 Novembre / Zorn! E dopo lanterna... xchè c'è Jacco!

Bel festival, buona organizzazione ma si può migliorare! Fare + pubblicità!

[Commento lasciato da Pazuzu il 11 Luglio 2007, 10.53]
L'articolo è presente anche su Genovatune, con tanto di galleria fotografica. Andate SUBITO a vederla! ^_^

[Commento lasciato da Shun il 11 Luglio 2007, 20.18]
Alcune foto con Natalino sono davvero FANTASTICHE!! XD
Altre... poverino!!!! :-(

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