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Daniele Assereto
Daniele
Assereto


 
19 Marzo 2006
FOGLIA

Cosa resta di una foglia quando si stacca dall’albero?
Un suono, un ricordo, un leggero battito d’ali nella stessa aria trasportata dal vento. Un suono per tutte le mani che si sono allungate per cercare di coglierla, per violentarla, per strapparla dalla sua natura, per demotivarla. Un ricordo per ogni volto le abbia ridato vita donando acqua alle radici del suo ramo, del suo albero, della sua vita. Un leggero battito d’ali per tutti i secondi che la separano dal suono, per il tempo che le resta da vivere, per la consapevolezza che sta sfumando via ad ogni centimetro che la allontana dalla sua famiglia.
Cosa resta di una foglia quando atterra al suolo?
Un sussurro, un battito, un timido colore sul grigio suolo autunnale. Un sussurro per catturare l’attenzione di una donna lì vicino, e farsi guardare con amore per un’ultima volta. Un battito nel petto per ricordarsi di essere stata viva, per ricordarsi di quando non era avvizzita, per non dimenticare il suo nome entro la fine del giorno. Un timido colore per essere distinta da tutte le sue sorelle, cadute prima di lei e destinate ad aprirle il varco nel buio cammino che la separa dall’oblio, quando tutto il mondo andrà in fiamme e non ci saranno mari a contenere l’esplodere dell’inferno sulla terra.
Cosa resta di una foglia quando brucia nel tempo?
Un bacio, una lettera, una velata carezza sul collo della sera. Un bacio per tutti i sogni che non è riuscita a realizzare, prima di separarsi dalla vita. Una lettera di commiato per accompagnare quell’ultimo bacio, destinato a chi avrà l’onore di cogliere il suo ultimo sguardo, e la vedrà perire sul suolo annerito dal tempo. Una velata carezza per sussurrare quella verità che tutti sanno e nessuno ha il coraggio di accettare.
Siamo tutti foglie che ci stacchiamo dal nostro albero, e veniamo trasportati via dal vento. Siamo tutti foglie destinate ad appassire, morire e bruciare nelle fiamme del tempo per un amore che non esiste se non nelle nostre menti, un amore che ci condanna a cambiare o essere cambiati, un amore che ci riduce in schiavitù quando mai siamo stati liberi. L’unico attimo di libertà, in fondo, è proprio quel viaggio che facciamo quando ci stacchiamo dall’albero. Quella caduta che ci viene concessa in punto di morte, quando finalmente abbandoniamo la nostra famiglia e ci incamminiamo verso il fato. L’unico attimo di libertà che non abbiamo nemmeno il tempo di assaporare, condannati come siamo a dimenticare tutti i suoni che ci vengono regalati dall’aria fresca.
Cosa resta di una foglia quando si stacca dall’albero?
Noi. Solo noi.

[Commento lasciato da EvilAngel il 20 Marzo 2006]
Pazu riguardo al mio sito... io non ci capisco nulla! Come posso correggere???? é___è Che posizionamento dovevo mettere??? é___è
GRAZIEEEE

[Commento lasciato da WOLF by ControlDenied il 20 Marzo 2006]
EvilAngel voglio conoscerti... sono l'incarnazione di quasi tutto quello che odi... se ci aggiungi Paz arriviamo alla totalità delle cose... Se è vero quello che dice Vaz, faresti impazzire il bestemmiatore di CD. ciao

[Commento lasciato da gino il 30 Marzo 2006]
ma è l'albero che si stacca dalla foglia, ed è perchè si è rotto il cazzo perchè la foglia glielo succhia ;)

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