DanieleAssereto.it

Daniele
Assereto

6 Aprile 2012
NONTU

Ho sempre litigato con i pronomi personali.
Finché si tratta delle forme singolari non c'è mai stato nessun problema, in realtà: IO sto qui, TU te ne stai là, LUI non ci interessa.
È quando invece si passa alle forme plurali, che allora escono i veri problemi: già col VOI, quando si è in gruppo, è difficile far capire se vi sia qualche escluso; il LORO è già più facile, dato che molto spesso esclude la persona con cui si sta parlando, e quindi il gioco è semplice. Ma il NOI? Come si può far capire, possibilmente senza offendere nessuno, che quel NOI in realtà esclude la presenza di qualcuno? Come si può non tenere in conto i sentimenti di quel TU che poi si potrebbe sentire emarginato da un invito di un qualche tipo?
Ho sempre pensato che sia una sorta di ingiustizia, e di sofferenza gratuita: ed è per questo che ho sempre sostenuto che sei pronomi personali siano insufficienti, soprattutto nelle forme plurali: ci vorrebbe una sorta di NOIMANONTU, e magari anche un VOIMASEMPRENONTU. Credo che sarebbe un mondo più civile, con meno depressi in giro che si siano sentiti rifiutati in questa o quella occasione particolare. Sarebbe splendido. Sarebbe il mio personale mondo del NONTU.
Perché, in fondo, diciamolo: TU, che cazzo vuoi da ME?