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Daniele Assereto
Daniele
Assereto


 
1 Marzo 2010
ANTONIO CLEMENTE, KAREN CIACCIA, MATTEO CONTA, MAURO CIPRI, ZAZZA @ LA CLAQUE

Cos'è la canzone d'autore oggi?
Se provate a fermare un genovese a caso per strada e a chiedergli il nome di un cantautore, dieci a uno che vi risponderebbe con un nome di cui i genovesi hanno imparato ad esser fieri: Fabrizio De Andrè. Un nome famoso. Un nome con cui riempirsi la bocca. Un nome che se fino a qualche decennio fa era guardato con sospetto, ora viene affiancato a qualifiche altisonanti quali poeta e intellettuale. In tutto questo clima di amore, prati verdi e cagnolini, non posso non ricordare i racconti di mio padre, i ricordi di un periodo in cui i ragazzi che andavano ai concerti di De Andrè venivano schedati come potenzialmente pericolosi. Possibili anarchici. Delinquenti? Tempi passati, oramai. Certo, c'è chi non stravede per questo cantautore genovese e lo considera un alcolizzato ed un puttaniere, ma poco importa alla fine: quello che importa è che la figura di Fabrizio De Andrè ha soffocato talmente l'immaginario collettivo, che sembra quasi che da Genova non possa venir fuori nient'altro se non sia somigliante a lui.
Come spesso succede, invece, la realtà è ben differente.

Sabato 27 febbraio 2010, nella sala de La Claque di vico San Bernardo, si sono esibiti cinque cantautori genovesi. Gente giovane, diciamolo subito. Non diciottenni, sia chiaro, ma nemmeno gente alla Gino Paoli tanto per capirci. Sabato, nel centro di quei vicoli di Genova che tanto furono cari a Fabrizio De Andrè, chi avesse avuto l'occasione di sedersi sotto quello splendido palco avrebbe avuto l'onore di ascoltare la voce melodica di Antonio Clemente, con le sue personali canzoni dai ritornelli immediati e prontamente assimilabili. Antonio non era solo sul palco, ma si faceva accompagnare da un bassista, una violinista e un batterista, rendendo così ancora più più densa l'aria con le sue canzoni.
In effetti, il primo Fabrizio De andrè ci aveva abituati ad una voce accompagnata semplicemente da una chitarra, e così nella nostra testa si è formato lo stereotipo del cantautore che presenta le proprie canzoni in solitaria, col cuore affranto magari, mentre decanta tutto il suo male di vivere e la sua disperazione interna. Dispiace dirlo, ma non deve per forza essere sempre così. Il secondo a salire sul palco è quindi Gennaro Esposito, in arte Zazza, che immediatamente inizia a scherzare con il pubblico e dimostra una spigliatezza ben lontana da atteggiamenti schivi e tanto tipici dei genovesi. Anche lui è accompagnato da una schiera di strumenti a riempire la cornice, tra cui ricordo un basso, una chitarra, una batteria, una tastiera e un paio di percussioni. Sono canzoni semplici, dedicate alle piccole cose, e i suoni dalle vaghe punte swing si adagiano piacevolmente in quel susseguirsi di accompagnamenti pieni e ritmati.
E' quindi la volta di Karen Ciaccia, unica voce femminile della serata, a sua volta seguita nella sua performance da chitarra acustica, basso, percussioni, armonica, e anche due coriste. La voce di Karen è calda e soffusa, con punte di lirismo quasi inaspettate in canzoni dedicate a periodi bui, bambini vicini, sentimenti di dolore e gioia. I cinque brani eseguiti svaniscono troppo presto, ed è giunto il turno di Mauro Cipri, unico cantautore solista, che si accompagna unicamente con una chitarra e un'armonica a bocca [che nel nostro immaginario non possiamo non associare a Bennato]. Non sono però vuote le sue canzoni, visto che Mauro si aiuta con loop e campionamenti in tempo reale che quindi riempiono ogni spazio vuoto creando un'esposizione musicale profonda e sofferta. Mauro è anche l'unico cantautore della serata a presentare un brano strumentale, "sud est", dimostrando un coraggio compositivo non indifferente.
La serata è quasi giunta al termine quando sale sul palco Matteo Conta, affiancato da un chitarrista ed un bassista. Nato il 29 febbraio [che è anche il titolo della prima canzone], l'esecuzione di Matteo è forse l'unico punto un po' debole dell'intero concerto visto che interrompe l'ultimo suo brano per poi ricominciarlo da capo [insicurezza? voglia di perfezionismo? chissà]. Ma poco importa.

Poco importa se il festival di Sanremo ci ha oramai abituati al tenore di certe canzoni. Poco importa se su Genova grava l'ombra di un passato oramai morto che forse mai più ritornerà. I cantautori esistono ancora, e Genova ne possiede splendidi esemplari: il centinaio di persone presenti il 27 febbraio alla Claque erano lì per dimostrare che l'interesse per le novità esiste ancora, e sopravviverà con loro. E' sufficiente saper aspettare?

[Commento lasciato da Matteo Conta il 3 Marzo 2010, 12.29]
Complimenti per la tua inutile e priva di contenuti relazione della serata di sabato scorso. Spezzo una lancia a favore di Mauro Cipri che con Bennato proprio non ha niente a che fare, solo perchè ha l'armonica non vuol dire che lo puoi paragonare a lui... ha anche una chitarra ma non assomiglia a Steve Vai. E di noi l'unica cosa che hai saputo dire è che ho sbagliato l'ultima canzone? E gli altri 4 pezzi? E i contenuti dei testi? Probabilmente non hai le capacità di valutare un'esibizione nel suo complesso e hai preferito buttare giu due righe sull'unica cosa che hai notato di tutta la serata. E dagli applausi e risate di compiacimento del pubblico non mi sembra di essere stato imbarazzato ma al contrario di essere uscito dalla situazione in modo ironico e a testa alta (pubblicherò il video in modo che la gente possa giudicare attraverso i propri occhi e non attraverso le tue povere paroline). Praticamente mi hai diffamato per un episodio di 30 secondi su un'esibizione di 20 minuti, complimenti per la tua capacità di relazionare le situazioni. Se vogliamo parlare di errori probabilmente non sapevi bene cosa scrivere perchè tu eri alla Claque di vico San Bernardo (l'hai scritto tu... esiste anche in vico San bernardo?) mentre noi eravamo in vico San Donato, magari eri troppo lontano per seguire bene la manifestazione. Scusa la risposta ma mi sembrava opportuna, non per difesa ma per protesta in quanto, da come hai scritto, sembra che io sia salito sul palco, abbia sbagliato e sia sceso, senza aver fatto altro. Non accetto critiche da chi dimostra che di musica non ci capisce niente e sicuramente non sa cosa vuol dire esibirsi su un palco. A me ha giocato lo scherzetto l'emozione (così lo sai e lo puoi scrivere per certo senza fare stupide supposizioni) di essere sul palco a cantare canzoni scritte da me mettendo a nudo quello che provo quando scrivo e racconto le mie storie. Tu hai scritto una recensione priva di contenuti (in generale, non parlo solo di me) oltre che al descrivere con quali strumenti suonavano gli artisti di turno. Se critichi in modo così superficiale puoi anche accettare le critiche degli altri, giusto? Impara a scrivere non solo con le parole e soprattutto a leggere le targhe delle vie in cui ti trovi. Complimenti ancora per la tua frettolosa pochezza.

[Commento lasciato da Pazuzu il 3 Marzo 2010, 12.55]
Ciao Matteo,
ammetto l'errore nella segnalazione del locale: ho scritto Vico di San Bernardo invece di Vico di San Donato.
Detto questo, mi spiace che le critiche arrivino sempre quando si parla male di qualcuno/qualcosa, e mai quando se ne parla bene. Mi spiace ma resto della mia idea, che forse non ho approfondito molto con perizia di dettagli tecnici ma non era quello su cui volevo mettere gli accenti. Preferivo fare un discorso sulla situazione dei cantautori, prendendo spunto da una sera in particolare. Comunque. Quando si è sul palco, quando si suona, non bisogna MAI interrompersi e ripartire, ma sempre andare avanti. E' un errore che considero GRAVISSIMO. E non credo che leggendo si possa pensare che la tua esibizione fosse di un solo brano, visto che ho scritto che l'errore è successo durante l'ultima canzone. Non ho mai detto che tu ei stato imbarazzato dall'episodio, e non mi interessa se il pubblico ha reagito bene: sei TU che hai sbagliato. Non mi interessa sapere il motivo, ma quello che ho visto e che ribadisco, è che la tua esibizione è stata la peggiore della serata. Amen. Sarò lieto di ricredermi in futuro, ovviamente.

[Commento lasciato da Chiara Daino il 3 Marzo 2010, 22.47]
Matteo Conta, premesso io non sappia chi lei sia - né mai abbia ascoltato una sua esibizione, mi permetto di rincarare la dose.
Lei HA RAGIONE! Come si permette Daniele Assereto di "recensire" una serata senza felparsi la lingua e dirLe quanto Lei sia strepitoso?
Come si permette di dissipare tempo e timpani senza - successivamente - adorarLa? Ah, mio caro, non sa quanto La capisco... Anche nel nostro ambiente [Teatro/Letteratura] è tutto un grondare di miele e lodarci a vicenda!
Forse se la sua protesta l'avesse declamata aggrappato alle tende, oh sommo Conta, sarebbe forse stata più efficace!
Pure Le sono vicina in questo momento drammatico - che rischia di bloccare la crescita! Non si preoccupi, Lei rimanga al calduccio del suo fan club... che fuori da quella porta, ci sono gli squali, quelli veri!

Nell'ennesima conferma che *non è per tutti*

Chiara Daino

[Commento lasciato da Matteo Conta il 5 Marzo 2010, 08.57]
Ecco! Così imparo a rispondere male al suo amico!!! Come mi permetto di crticare una relazione così profonda.
" premesso io non sappia chi lei sia - né mai abbia ascoltato una sua esibizione, mi permetto di rincarare la dose" (copia e incolla). Si è già risposta da sola. Invece mi permetto di farle i miei complimenti per la sua cariera, artistica e teatrale (non sono sarcastico, parlo seriamente, ho guardato un po' su internet, non ci vuole tanto ad informarsi). Di squali ne ho conosciuti in 10 anni di concerti, sicuramente Daniele non si avvicina neanche al più mite di questi. Non è quello che ha scritto Daniele, è il modo in cui l'ha scritto.
Con questo ringrazio dell'attenzione e saluto augurandovi il meglio che si possa ottenere dalla vita.
P.S. Non ho mai detto di essere strepitoso e mai lo dirò, forse al contrario dovrei convincermi un po' di più.
Se mi conoscesse non parlerebbe così.

[Commento lasciato da Pazuzu il 5 Marzo 2010, 09.35]
Mi permetto un'ultima osservazione, e poi considero chiuso anche io il discorso.
Discorsi alla "se mi conoscesse non parlerebbe così" non hanno senso, perchè certe osservazioni su un'esibizione valgono sia per conoscenti che per perfetti sconosciuti. Quando si è su di un palco si deve dare il massimo per poter essere valutati da chiunque, ripeto CHIUNQUE, e non solo dai propri conoscenti. Detto questo, visto che so anche che non basta un solo concerto o una sola esibizione per potersi fare un'idea complessiva di un artista, musicista, performer, aspetto la prossima occasione per poter aggiungere altro.
Ripeto: mi spiace che non sia piaciuto il modo in cui ho scritto, ma non era mia intenzione descrivere la singola esibizione dei 5 autori di quella sera, quanto piuttosto rendere noto che a Genova la situazione è tutt'altro che morta e ancorata al passato, e TUTTI i musicisti [te compreso] hanno dimostrato di uscire dai canoni mentali a cui la gente è abituata quando pensa proprio ai cantautori.

[Commento lasciato da Chiara Daino il 6 Marzo 2010, 23.45]
Matteo, La ringrazio per il tempo speso [e neanch'io sono ironica/sarcastica] nel "recupero informazioni". Detto questo, le giuro non è /non sia una questione di amicizia [ho la buona creanza di separare tempi e luoghi, modi e modalità]. Semplicimente, volevo farLe notare quanto la critica di Assereto non fosse volta a diffamarla.

Nel mio incedere devo rendere grazie proprio ai Grandi che "mi fecero a merda" [Solenghi, il Piccolo di Milano etc..]. Interrompere un pezzo - ribadisco che non ero presente - è una cappella. Non è la prima non sarà l'ultima, né per Lei né per me. Punto. Amen. Sa quante cappellate ho commesso? Ci sta. Tutto ci sta. L'Artista deve saper incassare e migliorarsi. E questo lo dico/lo scrivo per Lei [del resto - non mi stravolge l'esistenza l'altrui comportarsi], ma mi creda: Assereto, in ambito critico, è il meglio che potesse capitarLe. Gli insulti e le diffamazioni sono altre.
E ancora: pur essendo mio Amico, quando la mia "resa" non era al massimo, Daniele, me l'ha sempre fatto notare. Per questo l'apprezzo. Perché quando decreta "hai spaccato il culo ai passeri" significa che è vero!

Appurato questo - sarò felice di conoscerLa! E magari recensirLa. E questo - nel caso sarà - sarà un atto di stima. Assereto è DECISAMENTE più disponibile. Daino ha sempre recensito solo CHI MERITA. Il resto, in quanto INDIFFERENTE, non lo considero...

Ci ragioni su, se le garba...

My best growls

Chiara Daino
http://www.youtube.com/watch?v=mARMNF_Rp5g

[Commento lasciato da Luciano il 5 Ottobre 2010, 14.16]
Sandro e Raimonda.

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