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Daniele Assereto
Daniele
Assereto


 
22 Giugno 2008
CREVARI

Devo ammetterlo: non so dove sia Crevari. Ma non è importante, in fondo. Alle 19 di venerdì pomeriggio decido ugualmente che avrei tentato di raggiungere il Crevari Invade, il festival che si tiene esattamente là. Indicativamente, so che è poco sopra Voltri, ma le mie conoscenze geografiche lasciano sempre un po' a desiderare. Evito quindi di ascoltare i consigli di un amico per il semplice piacere di andare alla ventura, e parto. Parto alla volta di Crevari.
Dopo mezz'ora di strenuante coda in autostrada arrivo a Voltri, e chiedo al Casellante la direzione approssimata.

- "Giri a destra e sempre avanti."
- "Ah grazie!"

Vado avanti finchè non mi assale il dubbio di essere andato troppo avanti. E quindi mi fermo, accosto la macchina, ed entro in un ristorante per chiedere informazioni.

- "Scusi, da che parte si va per Crevari?"
- "Umph... perchè ci deve andare?"
- "Beh, sto cercando di raggiungere il Crevari Invade, sa, quel festival..."
- "Umph... si, lo conosco"
- "E mi sa dire che strada devo prendere?"
- "Che poi non lo fanno nemmeno a Crevari, ma a Campenave... capaci tutti a prendere un nome e sfruttarlo così!"
- "Beh, ma io..."
- "E' come se io vendessi qui la focaccia di Recco, e non sono a Recco... ma le pare?"
- "Eh già..."
- "Non lo posso fare! Sarebbe scorretto, non trova?"
- "Eh si..."
- "E' una questione di coerenza e di confini..."
- "Senta, la ringrazio dell'interessantissimo trattato di geopolitica, ma mi sa mica indicare dove..."
- "Umph... prenda quella strada là che sale, e la segua fino alla fine."
- "Grazie eh!"

L'indicazione era corretta. Mi inerpico per questa strada che ascende il monte in modo discontinuo, e dopo qualche tornante arrivo in cima. Posteggio, e chiedo indicazioni ad un ragazzo su come raggiungere la festa. Mi fa notare gentilmente che il posto è letteralmente cosparso di cartelli attaccati ovunque, che indicano il percorso da seguire: è impossibile perdersi. Guardo, e mi accorgo che ha effettivamente ragione. Seguo quindi i cartelli, e inizio la salita a piedi [ridendo come un imbecille da solo, perchè al primo bivio le frecce indicavano che si poteva andare sia a destra che a sinistra].
Salgo. Salgo. Salgo. Sudo. Salgo ancora. Arrivo in cima che i gruppi stanno ancora provando i suoni e montando la batteria, e decido quindi che nel frattempo posso cibarmi in allegria. Noto subito un bancone con un cartello "focaccette" che sembra mi stia chiamando a gran voce. Lascio che la mia gola mi indichi la strada, faccio lo scontrino, e mi metto in coda per prendere da mangiare. Assisto ad un dialogo tra una ragazza dietro il bancone, addetta alla confezionatura delle focaccette, e la vicina che nel frattempo spalmava la nutella. Il buio nel frattempo comincia ad avvicinarsi a grandi passi.

- "Ma non si potrebbe avere una luce, qui?"
- "Ce l'hai sopra la testa."
- "Ah ecco... e la si può anche accendere?"
- "Beh, certo, accendila pure."
- "E' questo interrutore qui?"
- "No, quello è quello generale che toglie la corrente a tutto il tendone... appunto!"
- "Ups!"
- "Hai provato ad inserire la presa? E' quel filo che penzola lì proprio alla tua sinistra."

Tutto lo stand scoppia a ridere. Mi vergogno un po' per lei, ma mi unisco alla risata generale. Mangio con calma e mi disseto beatamente, con la fatica per la lunga salita che inizia finalmente a scemare. Incontro volti noti e facce amiche, persone che non vedo da due anni e volti con cui riesco a restare in contatto ogni giorno grazie all'ausilio del computer. Arriva anche Luciano, sfoggiando due bicchieri colmi di birra fino all'orlo.

- "Ma perchè ne hai prese due?"
- "Perchè ho fame!"

Il ragionamento non fa una piega. Stupido io a non averci pensato. La serata finalmente prende il via e i gruppi diffondono nell'aria una musica allegra, tutta da ballare. Ed infatti la gente inizia, prima timidamente poi sempre più decisa, a danzare sulle note che circondano l'aria e si infrangono sugli alberi tutti attorno. Io stesso mi ritrovo a muovere il mio corpo al suono del divertimento e della compagnia. Passano i minuti, e inizio a sentire il richiamo del basso ventre che urla per poter espletare alcuni piccoli bisogni fisici. Vista la coda per poter andare in bagno, decido di ricorrere alla natura, e sfruttare il bosco circostante.

- "Dici che si può andare, di qua?"
- "Si, ci allontaniamo ancora un po' dalle luci..."
- "Eh ma io non vedo niente..."
- "Basta camminare piano."
- "E se c'è qualche coppietta che s'è appostata?"
- "..."
- "Speriamo di non imbatterci in nessuna scena imbarazzante..."
- "..."
- "Ehi! Dove sei finito?"
- "Sono due metri più in basso, qui, nel fosso..."

Esco dall'oscurità, e torno alla festa. La serata prosegue piacevolmente, fino allo scoccare del grande gong di fine giochi. Il primo giorno del Crevari Invade si è dunque concluso, e le danze ripartiranno il giorno dopo. Saluto tutti, e prendo la via di casa, barcollando un poco, ma con la luna che mi sorveglia nel cammino [grazie, Jacques].
Finalmente, anche io so adesso dove sia Crevari. O Campenave, ma in fondo non ha importanza: la geopolitica non fa proprio per me.

[Commento lasciato da pata il 23 Giugno 2008, 13.45]
lucianone er mejo

nota polemica: comunque se i tizi avessero collegato la luce alla presa fin dall'inizio avrebbero evitato tutto il siparietto, visto che era una cosa isi e naturale farlo, ci vedo del dolo contro la povera spalmina XD

[Commento lasciato da Pazuzu il 23 Giugno 2008, 22.42]
Che poi, la scenetta continuava più o meno così...

- "Cazzo, tre quarti d'ora di coda per avere due birre..."
- "Luciano, guarda che se andavi lì te la davano in due minuti... tu hai fatto la coda per mangiare!"

[Commento lasciato da Fulbio il 26 Giugno 2008, 01.01]
Questa cosa che Crevari Invade si fa a Campenave e che cazzo, non si fa cosi', e' scorretto, come se la focaccia di Recco, il proscutto di Parma e il peperoncino di Soverato (sbroc sbroc sbroc) mi ha sempre fatto un sacco ridere.
Cioe', Crevari INVADE. Cazzo invaderebbe, se rimanesse a Crevari? Al limite, potremmo ribatezzare il tutto "Campenave invasa", ma farebbe cagare, no?
Comunque sei un bastardo perche' vieni a "Campenave invasa" l'unica volta che non ci sono io... allora dillo che ti sto sul cazzo :-)

[Commento lasciato da Pazuzu il 26 Giugno 2008, 09.18]
Che ti sto sul cazzo.

Ok, battuta facile. Ah ah ah. Rido.

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