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Daniele Assereto
Daniele
Assereto


 
19 Agosto 2007
L'ASPROMONTE

Se dovessi scegliere due aggettivi per descrivere l'Aspromonte, penso che userei vario e affascinante. Vario perchè ho visto ogni tipo di vegetazione nei più di 200 km che vi ho percorso in mezza giornata, ed affascinante per il senso di stupore che mi ha lasciato addosso, come certe emozioni che fatichi a scrollarti di dosso o non vorresti mai farlo. La vegetazione è diversissima: vi sono ulivi, e poi contemporaneamente castani e abeti. Macchia mediterranea in basso e sottobosco inesistente man mano che si sale. I colori a volte sono quasi autunnali nonostante sia pieno agosto, e la luce che filtra tra gli alberi acceca durante il viaggio e assicura un tocco di magia al percorso che si sta intraprendendo. Ho attraversato svariate sagre di paese, osservato barbecue accesi in mezzo al bosco in zone autorizzate e non, e raggiunto il santuario di Polsi nel bel mezzo del niente. Ho toccato la punta più alta dell'Aspromonte a Montalto, che vanta 1955 metri sul livello del mare, e visto il monete Micheletta in onore di un vecchio compagno di scuola media e università. Ho offerto un passaggio ad alcuni viandandi affaticati, ricevendo una benedizione divina in cambio. Sono anche riuscito a perdere la strada più volte, e ho rischiato di fare una brutta fine se prendessi ad esempio i modelli di certi film dell'orrore. Immaginate la scena.
Arrivo in questo santuario, e scopro che la strada che mi ero prefisso di percorrere è sterrata, e quindi praticamente impraticabile. Chiedi indicazioni ad un villico dalla faccia strana (non era nè buona nè cattiva, ma leggermente deformata, con zigomi accentuati e un sorriso particolare... strana, insomma) il quale guarda la mia macchina e mi suggerisce di non andare oltre per la strada non asfaltata. Invece, mi suggerisce di prendere una scorciatoia che conosce solo lui e che non è segnata sulla cartine perchè è ad uso interno dei villici, e che mi avrebbe portato direttamente a destinazione. Memore di più di un film horror in cui scene del genere hanno portato i protagonisti a finire in balia di famiglie di psicopatici assetati di carne e sangue, ringrazio infinitamente il villico dalla faccia strana (che dopo il suo consiglio mi appariva ancora più strana) e decido di tornare sui miei passi, riuscendo a perdermi ancora di più sull'Aspromonte. Ma, alla fine del pomeriggio, sono finalmente riuscito a venirne fuori. Splendidi e degni di nota i cartelli stradali lungo la via che indicavano i lavori in corso: sarà che sono abituato a scritte del tipo "rallentare - lavori in corso", ma vedere "rallentare - lavoriamo" mi ha fatto sorridere per una mezz'ora buona. Questo prima e dopo aver incrociato mucche, buoi, capre, pecore, cavalli e maiali sparsi per le vie, queste tutte in stati disastrosi e pericolosissime ad guidare ad una velocità anche leggermente più veloce del limite consigliato.
E pensare che la mattinata era iniziata tranquilla, con l'ultimo saluto al Vesuvio da Pompei, e l'imbocco a Salerno della famigerata autostrada Salerno-Reggiocalabria di cui avevo sentito peste e corna. Invece, e credo che sarò l'unico italiano a pensarla così, io l'ho trovata gradevolissima. Splendido il paesaggio, a partire dai monti della bassa Campania, passando per il paesaggio della Basilicata fino al ritorno della visione del mare in Calabria. D'accordo, è piena di lavori in corso al punto che è pieno di gabinetti ecologici della Sebach, ma il fatto di non aver incontrato traffico me l'ha fatta godere proprio in pieno. Sono quindi uscito a Bagnara, nella bassa Calabria, e mi sono diretto verso l'Aspromonte. Nella cittadina di S.Eufemia mi sono fermato a fare un po' di spesa in un supermercato e comprare delle paste in un negozietto dove ho lasciato il cuore per la bellezza della commessa. Sono entrato che c'era un ragazzone, ma appena gli ho chiesto un vassoio di paste è sparito nel retrobottega e ha fatto uscire quella che io presumo fosse la sorella o la moglie. Spero la sorella, in effetti. Sorella, si. Una visione paradisiaca, che mi ha quindi preparato un vassoio del quale non ricordo praticamente niente, salvo due occhi fatati ed un sorriso ammaliante da sirena.
Mi sono quindi perso sull'Aspromonte, dal quale sono riuscito ad uscirne passando per Platì e finendo quindi a Locri, dove sono andato a salutare Mariapaola. Siamo passati da casa sua dove ho lasciato le valigie, visto che mi ha ospitato per la notte, e ho quindi salutato velocemente i genitori. Sono stato condotto a visitare la città storica di Gerace, dieci minuti nell'entroterra, veramente incantevole e arroccata su questa roccia da cui si vedeva tutta la costa. La particolarità di Gerace è la molteplice quantità di chiese in un paesino che conta solo poche centinaia di anime, e ne ho approfittato per prendere qualche liquore tipico del posto da portare poi ad amici e parenti. Tornati a Locri, siamo quindi andati a mangiarci un pizza in un lido sulla spiaggia, insieme ad amici di Mariapaola del luogo. La serata è infine terminata sulla passeggiata di Locri, parlottando e passeggiando, durante la quale sono stato presentato ad una quantità sempre crescente di ragazze (situazione invero affascinante) di cui ricordo pochissimi nomi (Lara, Erika, Mariangela, e poi viene il vuoto), ho imparato uno scioglilingua in dialetto (non so ancora pronunciare bene "cuttuni" ma giuro che ormai sputo mentre lo dico!) e assimilato parecchie informazioni sulla realta delle associazioni culturali locali, insieme a svariati aneddoti. Ho scoperto che la Salerno-Reggiocalabria è continuamente in stato di manutenzione per permettere ai viaggiatori di ammirare il panorama, ma la teoria non è stata molto convincente.
Alle due, stremato, mi sono infine coricato dopo una giornata carica di emozioni e circa 666 km sulle spalle.

[Commento lasciato da Fulbio il 25 Agosto 2007, 01.56]
Pero', che bella gita...
Voglio sperare che tu stia scherzando quando dici di *non ricordare i nomi* delle ragazze che ti hanno presentato; a parte questo, sono lieto che tu sia sfuggito all'enigmista e non abbia sposato immediatamente la commessa (moglie, fidati, moglie :-)... che mondo sarebbe, senza grucce? ^_^

Ah: se non mi porti nessun liquore ti trancio i cerchi della macchina col flessibile.
Ma simpaticamente, eh ^_^

Buon viaggio,
Fulbio

[Commento lasciato da Chiara il 29 Agosto 2007, 13.38]
"circa 666 km sulle spalle", ma che casualità :-)
che bei racconti, paz, mi stai facendo venire una voglia tremenda di andare al sud..

[Commento lasciato da Pazuzu il 31 Agosto 2007, 01.29]
Avete visto, nevvero, il PDF scaricabile in homepage? ^_^

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