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Daniele Assereto
Daniele
Assereto


 
21 Agosto 2005
GIORNO TRE – 10.52

Sonno. Sonno ristoratore. Sonno che porta consiglio. Sonno che fa sognare. Sonno amico. Sonno fragile. Sonno benedetto. Sonno lungo. Sonno dimenticato dalle persone tese. Sonno perpetuo. Sonno.
Ti sei mai chiesto, sonno, da dove arriva tutta la tua potenza, tutta la tua passione, tutta la tua sicurezza? Da dove attingi per portare consiglio, dove ti appoggi quando tutto si fa buio anche per te? Te lo sei mai chiesto, sonno?
Dormi anche tu, sonno? Hai mai chiuso gli occhi anche solo per un istante, anche solo per una frazione di secondo, per un misero battere di ciglia di un bambino perduto, per un battere d’ali di un falco lontano? Lo hai mai fatto? E ti sei chiesto perché?
Sonno, sei indispensabile per tutte le persone, sei l’ancora di salvezza che ci separa dal mondo perpetuo della follia. Sonno, sei la nostra boa nel mare agitato della realtà quotidiana, sei la nostra personale guardia del corpo. E ti sei chiesto perché?
Cosa hai fatto per diventare tale, sonno? Avevi qualche possibilità di scelta? O anche tu, come tutti noi, sei sballottato da una parta all’altra della nostra vita senza avere quasi la possibilità di scegliere la direzione dove volgere i nostri passi? Sei anche tu incatenato all’oblio come se fossi un cucciolo di cane abbandonato e poi sedotto dalle lussurie di un canile bastardo e compiacente?
Sonno. Sonno magico. In te si fondono tutte le fiabe che abbiamo ascoltato da bambini, unite agli orrori che vediamo ogni sera di fronte ad un televisore passivo come tu non sei, come tu non sarai mai. In te si racchiudono tutte le buone emozioni di una vita perduta, in te si raccolgono tutti i ricordi che abbiamo volutamente o meno cancellato dalla nostra memoria, sentore finale di un qualcosa che ci stava avvolgendo e non ci avrebbe più lasciato.
Sonno, ti sei mai chiesto quale sia il senso di tutto questo? Cosa ti spinga a farti portatore di un fardello così pesante? Sei condannato a rivivere ogni notte tutto quello che noi misere anime dannate non abbiamo il coraggio di ammettere a noi stesse. Ma noi ti vogliamo bene, per questo. Ne vuoi altrettanto tu a noi?
A domani mattina, sonno. Ora stanno svanendo i ricordi di tutto quello che c’è stato stanotte, tra noi due. Ora i fumi di un semplice caffè stanno facendo svanire tutta la tua passione, tutto il tuo amore, tutte le tue verità. A domani, sonno.

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