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Daniele Assereto
Daniele
Assereto


 
22 Maggio 2005
POCKET ROCKETS

Tenetelo bene a mente. Ricordatevelo. Annotatevelo pure. Cinque sono i gradi di ubriachezza. Laciate stare tutte quelle storie sulla percentuale nel sangue. Libero. Allegro. Brillo. Ubriaco. Perso. Niente altro conta.
Libero. Sentite che i freni inibitori svaniscono. Allegro. L’euforia comincia a possedervi, e voi a farvi trascinare. Brillo. L’equilibrio comincia a mancare, ma siete ancora in grado di formulare pensieri e frasi coerenti. Ubriaco. Godetevelo, perché è il punto da non superare, il punto di non ritorno. Perso. La mattina dopo vi chiederete cosa vi abbia spinto a gettarvi sulle ginocchia giù per le scale di Palazzo Ducale, e del perché non ve lo ricordiate.
Ascoltare un disco dei Pocket Rockets è un po’ come attaversare uno per uno i gradi di ubriachezza descritti sopra. Ascoltare una canzone dei Pocket Rockets è come assaporare un sorso della vostra bevanda preferita, e scoprire che ne volete ancora. E ancora. E ancora.
Prendete per esempio “It's only rocket science (but i like it)”. Alla prima canzone vi sentirete liberi da tutti I canoni sonori. Riscoprirete le vere origini dell’hard rock, e la voglia di viverlo fino in fondo. Vi sentirete ringiovanire, o invecchiare, fate voi. Non so che età abbiate, in fondo. E nemmeno mi importa, se devo essere sincero. Alla seconda canzone sarete decisamente allegri, per quello che state provando in quel momento. Siete in pace con voi stessi, e niente altro importa. Siete voi e quelle note. Voi e la musica. Voi e la canzone “how does it feel”. Partirà quindi il terzo brano, e comincerete a sentire gli effetti di tutto quel rock. Cominceranno a tremarvi le gambe, e vi piacerà. Ma è alla quarta canzone che vi si aprirà il mondo dei Pocket Rockets. È con “you’re in love”. È alla quarta canzone che sarete già ubriachi dei Pocket Rockets al punto da non prestare più attenzione a quei suoni provenienti direttamente dagli anni ’80. È alla quarta canzone che saprete che vi state avvicinando al punto di non ritorno. È alla quarta canzone che dovrete decidere se far ripartire il disco dal suo inizio, e perdervi definitivamente in esso. Persi. Voi e lui. Che cosa state ancora aspettando?
Una canzone dei Pocket Rockets è di troppo. Due, non sono abbastanza.

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