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Daniele Assereto
Daniele
Assereto


 
6 Aprile 2005
NICOTINA IX

“Io e te siamo una cosa sola. Non puoi opporti a me. Lo sai anche tu. Se non senti più quel tremore agli arti che sentivi nei primi tre giorni di astinenza, è solo perché ti ci stai assuefacendo. Ma se non te ne rendi più conto, questo non vuol dire che non ci sia. È lì con te. Ti tiene compagnia. Veglia su di te, anche quando ti distrai e pensi a qualche cosa d’altro.
Non vorresti fumarti una sigaretta, proprio adesso? Accendertela con calma, mettendo la mano davanti per non far spegnere la fiamma, e tirare la prima aspirata? Quella che ti ricordi per tutto il giorno? Quella che ti apre per bene i polmoni? Quella che vorresti fare adesso? So che lo vorresti. So che lo vuoi. E allora, perché ti opponi? Perché resisti?
Guardati la lingua allo specchio. È verde, come lo era ieri e lo sarà anche domani. E non è perché hai bevuto troppo. Non è perché hai bevuto troppo poco. È perché non hai voluto accenderti una sigaretta, e gustarti quei cinque minuti di pace che ti regala, e quel torpore al cervello che lentamente sale e inizia a far parte di te. Non vorresti avere una lingua rosa, come ce l’hanno tutte le persone normali? Sai cosa devi fare per non svegliarti più la mattina con quel gusto rancido in bocca, con quel sapore di topo morto muschiato andato a male. Sai cosa fare. Fallo. Fallo. Fallo.
Non aspettare di star troppo male per ricominciare a fumare. In fondo, che senso avrebbe? Che cosa avresti dimostrato? Che puoi smettere quando vuoi, solo perché sei stato una decina di giorni senza toccare nicotina? E credi che basti? No, non è vero, e lo sai bene anche tu. Non puoi smettere quando vuoi, per il semplice motivo che, in questo momento, proprio non vuoi. Non intortarti con scuse inutili e non nasconderti dietro motivazioni astratte. Tu vorresti fumare. Tu vuoi fumare. E allora, perché smettere? Perché? Su, forza. Vai dal primo tabacchino che incontri, e chiedi le tue Lucky Strike. Che bel nome. Colpo fortunato. Ce ne vorrebbe proprio una, adesso. No? Su, forza. Vai. Adesso. Ora.
Siamo fatti per stare insieme, io e te. Non cedere ai buoni proposito, che tanto non dureranno. Lo sai meglio di me. Lo sai...”
Fanculo.

Tacete
voci che uscite dal più profondo dell’anima
perché non è ancora giunto il vostro momento
e mai forse giungerà,
tacete
voci che pronunciate parole così tenebrose
al cui confronto un barile di pece nera
non è altro che una stella persa nel cosmo
in una notte senza luna,
tacete
voci che ricordate memorie dal gusto lascivo
non è a voi che affiderò il mio corpo
e non è a voi che porrò la mia fiducia
quando sarò nel buio della mia vita
senza nessuno intorno,
tacete
voci che negate la volontà di un uomo
o di un bambino persosi nella fragilità della vita
quando tutto sembrava perduto e nero
quando tutto si interrompeva in un battito
e niente restava di me e del mio cammino
per un futuro diverso e forse migliore,
tacete.

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