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Daniele Assereto
Daniele
Assereto


 
6 Luglio 2009
ARENZANO BLUES

Goccia dopo goccia, la serata del 5 luglio è finita: prima del previsto, almeno per me.
Il viaggio di ritorno verso Bergamo è stato un vero e proprio incubo, tra code in autostrada e un costante muro d'acqua che impediva l'avanzata regolare. Tutto attorno alla macchina in lento movimento, crepe luminescenti squarciavano il cielo per annunciare l'arrivo del rombo del caos da lì a pochi secondi. Crepe luminescenti che ricordavano veri e propri delta di fiumi, dipinti nel cielo, orizzontali e verticali come se volessero dividere la volta celeste in pezzi di un puzzle che nessuno potrà mai ricomporre. Goccia dopo goccia, l'avanzata verso casa continuava: lentamente, senza soste, ma continuava.

Ed il pensiero torna con rimpianto al momento in cui le prime lacrime sono cadute dal cielo, ad interrompere lo show dei Blues Escalation in piazzale del mare, sulla passeggiata di Arenzano. Erano lacrime di tristezza, e sono andate a scurire quella sabbia che faceva da terreno al pubblico radunatosi per godere di questa formazione genovese, capitanata da Gianni Borgo, che non ha avuto il tempo di riempire le orecchie dei presenti con la loro grintosa carica di blues. Erano lacrime di mestizia, e si sono lentamente adagiate come un velo di seta sui pochi pini presenti, insufficienti a coprire e a salvare il banchetto di Genovatune che era stato allestito di fianco al palco nemmeno un'ora prima dell'inizio del concerto.

Per fortuna durante il pomeriggio il clima era stato ben più clemente: quasi troppo, direi. I Blues Jam hanno terminato la loro esibizione che il caldo stava oramai scomparendo, e il sole iniziava a nascondere i suoi caldi raggi dietro le palme di Arenzano. Una formazione unica, formatasi proprio per l'occasione. Una formazione speciale, con la chitarra di Luca Canepa ed l'armonica di Fabio Bommarito che duettavano e giocavano come due vere primedonne impazzite, nei momenti in cui la voce solista si rilassava un attimo. A condire il tutto, una batteria che sfiorava le pelli accarezzando un basso sempre costante nella sua melodica presenza, ed una tastiera pulita e precisa che completava l'accompagnamento e si incastrava nei fraseggi solisti. Insiemi di note che riprendevano partiture e canoni blues, il tutto guidato da una chitarra che nell'insieme forse sovrastava un po' troppo gli altri strumenti, ma impreziosiva col suo tocco il centro di piazza XXIV aprile. Una delizia per l'ascolto, anche senza essere esperti conoscitori del genere proposto.

Prima di loro, l'onore di aprire la giornata era toccato agli arenzanesi The Hens' Fear, formazione che già avevo avuto la fortuna di ascoltare al Crevari Invade [si, quello di Campenave, proprio quello] e che si è confermata più che gradevole nella loro riproposizione di vecchi inni dei tempi di Aretha Franklin e James Brown, oltre a brani diventati famosi grazie a film quali The Blues Brothers o The Commitments, dalle sonorità quindi più sfacciatamente soul [ma non avvicinateli facendo loro i complimenti per le "cover" dei Blues Brothers, potreste dover ascoltare una filippica di mezz'ora su chi fossero il compositore e l'esecutore originale di ogni singolo brano]. Ammirevole il doppio cantato, alternato a seconda del brano proposto, e decisamente positiva anche la sezione fiati che vagava per la piazza durante il dipanarsi di alcune canzoni. La tastiera, con sonorità hammond che si alternavano al classico suono di pianoforte, tesseva le sue trame che si andavano ad incastrare alla perfezione nelle linee delle due chitarre posizionate ai due estremi del palco. Su tutto, una sezione ritmica che dava un senso a quella definizione di rhythm 'n' blues che il gruppo si porta dietro, con onore.

Una giornata all'insegna del blues sotto vari punti di vista, insomma, quello che l'associazione musicale Onde Sonore è riuscita a mettere in piedi anche quest'anno nel centro di Arenzano. Mi è dispiaciuto dover abbandonare i luoghi del crimine quando la pioggia ha forzato l'interruzione dello show, così come mi è dispiaciuto ancora di più sapere che, poco dopo la mia partenza, sono riprese le danze e si sono esibiti quindi anche Piero De Luca & Big Fat Mama. In quel momento, io stavo traghettando la mia macchina in quei torrenti in piena che erano le autostrade verso Bergamo. Avrei pagato per poter essere ancora sotto quel grande palco blues, al centro della riviera ligure. Avrei pagato, e ho pianto per l'occasione perduta. Ho pianto, e le mie lacrime sono scomparse subito, svanite in quell'oceano di tristezza e mestizia che stava crollando dal cielo, tra fulmini tremanti e tuoni accecanti. E la colonna sonora dei Commitments ben ferma nell'autoradio, per ricordare. Per non dimenticare.

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