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Daniele Assereto
Daniele
Assereto


 
Agosto 2001

26 agosto 2001
FILASTROCCA

Buttai tre rime di gioia nel mare
e subito il vento crebbe
e subito il sole fuggì.

Buttai una foglia di noia nel fuoco
e subito il vento si placò
come un bimbo assopito.

Buttai due once di pena in un pozzo
e subito il sole tornò
splendente come un dio.

Buttai allora me stesso nel vuoto
un vuoto stracolmo di idee
partorite in un giorno d’inverno
da una mente impoverita
e subito il vento mi cullò
in un letto di spine
e subito il sole mi guidò
giù all’inferno
per terre desolate
e fiumi inariditi
affinchè vedessi con gli occhi
di una mente dannata
che la gioia era morta
annegata tra i flutti
che la noia era tornata
nei cuori del mondo
e che la pena vi si era insinuata
per l’eternità.

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9 agosto 2001
PENSIERO

Libertà totale, giorni spensierati di pensieri liberi, liberati da tutto, come se in fondo ce ne fosse bisogno. O forse si. Un attimo di tregua, un’oasi di pace, un minuto di silenzio. Per un’anima in pena, mai tranquilla. Che poi sarei io. Me medesimo. La terza persona che ogni tanto scrive in prima, e subito se ne pente. Per cosa, poi? Per inseguire dei sogni, delle illusioni, degli incubi irrealizzati che prima o poi cadranno dal cielo, dalle nubi, dall’anima persa di un angelo dannato.
Basta.
Mai.
Perché.
Dio.
Cosa ci faccio ancora qui a scrivere? Foglie violacee sfumano davanti alle mie fragili pupille.
Arrivederci.
Sarà per la prossima volta, dai.
Ciao.

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3 agosto 2001
LAGO DI LACRIME

Come un gatto
che piange la libertà
perduta, sognata, vissuta.

Come il vento
che soffia d’inverno.

O come un albero
seccato dal tempo
che sa dentro di sé
che il verde mai ritorna,
che il sole non riscalda
un cuore gelato.

Così una mente
si è persa stasera,
nell’agitarsi delle stelle,
su un pensiero dannato
per un volere bastardo
che non lascia tregua.

Spegnete le luci
o voi che vegliate.

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3 agosto 2001
ORA PERDUTA

Tremendo scoppiare
di persone e colori
che spariscono
all’istante
come se niente
fosse realmente esistito,
come se il mare
si fosse ritirato
in un istante fantasma,
e la coscienza di tutto
si fosse fusa col vento
in una serata d’estate.

Le tenebre
che sovvengono
son portatrici di pace,
quiete irreale
che colma il vuoto
di un’ora perduta
che mai tornerà.

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