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Daniele Assereto
Daniele
Assereto


 
Giugno 2000

19 giugno 2000
PENSIERO

Disilluso fino al midollo, con la consapevolezza che mi sento felice ed infelice allo stesso momento. Cosa dire, cosa fare, tutto quello che riesco a pensare è che sto bene così. O almeno mi sembra.
In fondo che cosa è la Felicità, quella con la F maiuscola? Non è forse uno stato d’animo che si raggiunge a caro prezzo, quando si è in pace con se stessi e con gli altri? Se fosse così allora potrei pensare di essere Felice solo a metà. E questo perchè mi sento in pace con me stesso, sto bene, ma sento che mi manca qualcosa nei confronti del prossimo, anche se sto iniziando a cambiare nuovamente.
Sono cambiato, è innegabile e non voglio nemmeno provare a rinnegare quello che è passato, ma fatto sta che non mi piace più di tanto quello che stavo diventando. Non mi piace essere disilluso, non mi piace per niente quello che stavo imparando, quello che mi si stava insegnando. Pensare prima a se stessi e poi agli altri è sbagliato. Deve esserlo. Forse è per quello che adesso mi sento in pace SOLO con me stesso, e mi ricordo che in passato ero prima di tutto in pace con gli altri. Vorrei poter tornare quello di una volta, ma in un certo senso sarebbe come non voler crescere. Invece devo impiegare quello che ho imparato per migliorare, non solo per me ma anche per gli altri, per chi mi sta intorno.
Avrei voglia di urlare, ultimamente mi sento come se mi mancasse qualcosa di veramente importante ma senza sapere veramente cosa, ed allora ecco che questa voglia di gridare lentamente cresce, e sale, fino a scoppiarmi nel cervello ed esplodere in un silenzio interiore. Cosa devo fare? Non lo so. Forse chiedere aiuto a qualcuno. Forse parlarne con un amico, confidarmi e cercare di capire. Ma io so già. È questa la grande fregatura. È come assistere ad un film sapendo già quello che succederà, conoscendo perfettamente tutti i particolari della trama, ma sperare fino alla fine che l’epilogo sia differente. Ma allora è vita questa?
Sto vivendo veramente? O mi sto solo illudendo di farlo? La Verità mi scivola via tra le mani lentamente, come se volesse farsi riprendere, ma sapesse che non ci riuscirei mai.
Mi sento un vecchio lp rovinato su cui continua a girare una testina nuovissima. Come se bastasse questo a migliorare la situazione. Come se si potessero cancellare le proprie cicatrici con una passata di spugna, e tutto torna come prima. Nuovo. Scintillante. Puro, vero e sincero.
Merda. È tutto sterco. Non ci si può pulire il culo senza sporcare qualcosa. Ed il mio culo in questo momento è veramente lercio.
Ed è a questo punto, in questo preciso istante, che sento una musica che sale, da due vecchie casse semidistrutte, e colma il vuoto che mi si stava creando dentro. Copre tutta quella voglia di gridare che rischiava di annientarmi, di lacerarmi, di rovinarmi definitivamente. Una sensazione piacevole, calda quasi come una bacio sentito, veramente desiderato, ma mai confidato a nessuno perchè mai successo, perché solo immaginato nei confronti di una persona che in realtà non ci immagina nemmeno. Un qualcosa che basterebbe a calmare qualsiasi depressione. Quel qualcosa che forse mi serviva, che cercavo e non trovavo.
Basterà? Solo il tempo saprà dirlo, ma mi devo accontentare. E la pace lentamente arriva, inizia a scorrere nelle mie vene come un rigagnolo che dolcemente si fa strada tra immensi prati verdi stracolmi di cagnolini. Una scena idilliaca. Finta?
Se la vita fosse un fiume e io fossi solo una piccola barca alla deriva, mi basterebbe sapere di non essere solo, di non essere perso. Un raggio di sole nell’uragano prima o poi arriverà. Ed io lo saprò aspettare?

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3 giugno 2000
PENSIERO

Jurpo aveva deciso di aprire quel negozio per trattare articoli musicali. Non aveva ancora compiuto 25 anni, ma da buon genovese previdente aveva deciso di chiamare il suo negozio "Jurpo y Son", per risparmiare i soldi dell'insegna nel caso avesse avuto un discendente. Che finora mancava clamorosamente. Ma non era quello il problema che lo preoccupava di più (al momento).
Che ne era stato del buon, caro, vecchio, massiccio Metal? Tanti sottogeneri erano venuti a formarsi, e anche tenere in ordine i cataloghi del suo negozietto specializzato era diventato improponibile. Dark, Gothic, Gothic-Dark, Power, Speed, Power-Speed, e ancora Death, Black, Death-Black... che casino era tutta quella roba? E come se non bastasse, tutti a darsi addosso l'uno con l'altro, per dimostrare che Loro erano i veri discendenti, che la Ragione era alla loro destra, che tutti gli altri sbagliavano ecc. ecc. ecc...
Ogni fan difendeva poi strenuamente il proprio gruppo preferito senza accorgersi dei suoi veri limiti... ma questo in fondo poteva essere considerato il male minore... più o meno...
Che dire del ritorno dei Grandi Antichi, coloro che avevano fatto la Storia del Metal e che tornavano a calcare le scene con intenzioni sempre meno chiare (soldi? fama? sesso? droga?) e con la pancetta da birra sempre più in evidenza? Chi avrebbe salvato la scena musicale attuale da tutti quei casini? Chi avrebbe fermato le contaminazioni del Metal con tanti sottogeneri sempre più strani che avevano portato alla coniazione di nuovi termini quali Rap-Metal, Hip-Hop-Metal, Reggae-Metal e New-Metal?

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