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Agosto 2001
  
26 agosto 2001 
FILASTROCCA 
 
Buttai tre rime di gioia nel mare 
e subito il vento crebbe 
e subito il sole fuggì. 
 
Buttai una foglia di noia nel fuoco 
e subito il vento si placò 
come un bimbo assopito. 
 
Buttai due once di pena in un pozzo 
e subito il sole tornò 
splendente come un dio. 
 
Buttai allora me stesso nel vuoto 
un vuoto stracolmo di idee 
partorite in un giorno d’inverno 
da una mente impoverita 
e subito il vento mi cullò 
in un letto di spine 
e subito il sole mi guidò 
giù all’inferno 
per terre desolate 
e fiumi inariditi 
affinchè vedessi con gli occhi 
di una mente dannata 
che la gioia era morta 
annegata tra i flutti 
che la noia era tornata 
nei cuori del mondo 
e che la pena vi si era insinuata 
per l’eternità. 
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9 agosto 2001 
PENSIERO 
 
Libertà totale, giorni spensierati di pensieri liberi, liberati da tutto, come se in fondo ce ne fosse bisogno. O forse si. Un attimo di tregua, un’oasi di pace, un minuto di silenzio. Per un’anima in pena, mai tranquilla. Che poi sarei io. Me medesimo. La terza persona che ogni tanto scrive in prima, e subito se ne pente. Per cosa, poi? Per inseguire dei sogni, delle illusioni, degli incubi irrealizzati che prima o poi cadranno dal cielo, dalle nubi, dall’anima persa di un angelo dannato. 
Basta. 
Mai. 
Perché. 
Dio. 
Cosa ci faccio ancora qui a scrivere? Foglie violacee sfumano davanti alle mie fragili pupille. 
Arrivederci. 
Sarà per la prossima volta, dai. 
Ciao. 
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3 agosto 2001 
LAGO DI LACRIME 
 
Come un gatto 
che piange la libertà 
perduta, sognata, vissuta. 
 
Come il vento 
che soffia d’inverno. 
 
O come un albero 
seccato dal tempo 
che sa dentro di sé 
che il verde mai ritorna, 
che il sole non riscalda 
un cuore gelato. 
 
Così una mente 
si è persa stasera, 
nell’agitarsi delle stelle, 
su un pensiero dannato 
per un volere bastardo 
che non lascia tregua. 
 
Spegnete le luci 
o voi che vegliate. 
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3 agosto 2001 
ORA PERDUTA 
 
Tremendo scoppiare 
di persone e colori 
che spariscono 
all’istante 
come se niente 
fosse realmente esistito, 
come se il mare 
si fosse ritirato 
in un istante fantasma, 
e la coscienza di tutto 
si fosse fusa col vento 
in una serata d’estate. 
 
Le tenebre 
che sovvengono 
son portatrici di pace, 
quiete irreale 
che colma il vuoto 
di un’ora perduta 
che mai tornerà. 
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