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Daniele Assereto
Daniele
Assereto


 
Agosto 2008

16 agosto 2008
RICORDI

Esistono conversazioni che toccano punti del nostro cervello che avevamo dimenticato. Sono conversazioni che aprono cassetti della nostra memoria che credevamo fossero sigillati per sempre. Conversazioni che riportano i pensieri indietro di venti anni, come se non fossero mai passati. Conversazioni che ci legano indissolubilmente a quello che siamo stati, dando un senso a tutto quello che siamo diventati. E noi saremo lì, pronti a raccogliere i frutti del tempo che sono diventati grandi, germogliati in silenzio e diventati grandi. Diventati adulti. Diventati parte di noi.

- Io ne ho 13 e mezzo, di cervelli.
- Cervelli?
- Sisi. E' che litigano tutti tra loro. E non so mai quale sia quello giusto al momento giusto.
- Interrogali, a sorpresa.
- Fan gli gnorri. Portano giustificazioni.
- Cazzo. Compitino a sorpresa?
- Si assentano, sono indisciplinati. E si odiano tra loro.
- Beh, se si odiano tra loro, magari fanno pace tra largento.
- Il problema è che poi io passo per lostronzio.
- Ma tu sei stronzio. O stronpapà.
- Grassie. E comunque, finchè mia sorella non me lo permetterà, stronzio non lo stronsarò.
- Dille di darsi da fare allora.
- Anzi: finchè la mia stronsorella...
- Ora si. Ora capisco.
- Oddio...
- Cosa?
- Mi è appena venuta in mente una scena ORRIBILE.
- Condividila con me.
- E' raccapricciante e oscena... sicura?
- Meglio.
- Quando ero piccolo e andavo in montagna con i genitori...
- Tutti ti scherzavano?
- No.
- Povero. Dicevi?
- D'estate di sera andavo sempre a prendere il gelato in un albergo.
- Si...
- Ed il proprietario era un burlone di prima categoria.
- Immagino.
- Un gigante buono, col vocione grosso che incuteva paura.
- Cabaret ogni sera!
- No, faceva paura. Ma poi rideva. Comunque...
- Max!!!! Maxmanzo!!
- Si, tipo... una sera entriamo io e un paio di amici per chiedere i gelati.
- Comprarli no?
- Lui ci si avvicina e ci fa: "ma li volete due torquì?"
- Già rido.
- Noi ci guardiamo negli occhi...
- E dite si.
- Non capiamo... e timidamente chiediamo: "cosa sono?"
- Huahuahuahua!
- E lui di rimando, MIMANDO il gesto, risponde: "due stronzi lunghi COSI'". E scoppia a ridere FORTISSIMO.
- Ho le convulsioni.
- E non finisce qui.
- Wow. Grandioso.
- Era un genio.
- Dimmi che è ancora vivo...
- No, purtroppo no...
- Nooooooooooooooooooooooooooooooooo!
- Comunque. Arrivo alla seconda parte.
- Si. Scusa.
- La settimana dopo [è passata una settimana perchè ne siamo usciti traumatizzati], dicevo...
- Hhuahuahuahuauha!
- La settimana dopo, torniamo.
- Recidivi, eh?
- ...e chiediamo i nostri soliti gelati. Lui si avvicina, e col solito vocione grosso, chiede: "ma volete mica anche due relle?". Panico.
- Ho già gli occhi lucidi.
- "Ch... ch... che co-cos-cosa sooono?"
- Huahuauhauhauha! Dementi!
- E lui, a voce alta, per farsi sentire da tutti i presenti: "mezzo chilo di cazzo, e due di cappelle!"
- Genio. Voglio un santino di quest'uomo da tenere nel portafoglio.
- Ora. Il ricordo mentale è nato dalla parola stronsorella. Capisci tu perchè.
- Hhuahuahuahuahuauauahuahuahuahuahuahuahua! Basta, basta... mi fan male le costole! Etruscole ovviamente.
- Scusa... hai chiesto tu la condivisione.
- Sisi, e ne sono felice.

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11 agosto 2008
E LENTO

Sono in macchina con un'amica. Suona il cellulare, ed incurante del fatto che non si possa telefonare e guidare contemporaneamente come se fosse una mancanza di fiducia nelle qualità di chi è al volante, prendo la linea sotto lo sguardo preoccupato del passeggero a fianco.

CLICK
- Ciao, grande F.
- Ciao Paz.
- Come va?
- Bene. Senti, cosa fai stasera?
- Boh, niente di particolare, non ho ancora nessun programma...
- Senti, ti ricordi di quella ragazza che mi piaceva? Stasera forse riesco a vederla, e c'è anche una sua amica, molto carina.
- Esci con due ragazze insieme? Fortunello!
- No, veramente io pensavo che tu forse...
- Guarda, poi non venire a lamentarti che sei sempre da solo! Capitasse a me...
- Ma guarda che...
- Beh, divertiti, passa una buona serata, e poi mi racconterai nei dettagli!
- Aspetta...
- Ciao eh! Fortunello!
CLICK

Mi giro e vedo i suoi occhi. Sgranati. Un'espressione di stupore mista ad un "non ci voglio credere, non puoi essere così idiota". E lento. Ed è allora che capisco. Ancora adesso, riesco ad immaginarmi la faccia del mio amico, che scuote la testa con gli occhi bassi, mentre osserva il cellulare che gli si spegne lentamente in mano.

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