Album d'esordio per i varesini Fiurach, anche se proprio di esordio non si tratta. Infatti, dietro questo monicker si celano musicisti gia' attivi da vari anni nella scena metallica nostrana con anni di gavetta sulle spalle. Innanzi tutto c'e' da dire che i Fiurach possono essere la naturale evoluzione degli Agarthi, nome forse piu' noto, poiche' qualche anno fa pubblicarono un mini chiamato At the burning horizon che ebbe un buon successo, anche perche' era davvero notevole.
Oggi i Fiurach si presentano al pubblico forti di questo cd di 10 tracce e di una formazione leggermente rimaneggiata rispetto a quella degli Agarthi, avendo arruolato nelle proprie fila il chitarrista degli Arkhe' per affiancare Deathmaster e un batterista fenomenale che vanta una collaborazione con gli Ancient oltre che una tecnica ed una potenza spaventose (mi viene in mente un paragone con Gene Hoglan... e non sto esagerando!).
Dal punto di vista musicale quest'album e' un misto tra thrash ed epic metal, quelli degli anni ottanta, forse grazie anche ad una produzione sul suono delle chitarre volutamente sporca.
Le canzoni sono il connubio tra il riffing potente e cavalcato del thrash e i cori e gli stacchi lenti dell'epic. Il risultato sono dieci canzoni davvero belle, un album serratissimo dall'inizio alla fine che ti schiaccia lasciandoti respirare solo in pochi momenti.
Il concept narrato dai testi e' ben seguito dalle musiche, che vedono riff vorticosi e rocciosi nei momenti piu' sanguinari o frenetici del racconto, oppure segnate dalla presenza in primo piano delle tastiere che creano le atmosfere su cui si sviluppano i maestosi cori per evidenziare le gesta dei protagonisti della storia, tratta da una leggenda asiatica.
I paragoni che mi vengono in mente sono ai Kreator, soprattutto per il modo di cantare di Vanth, ai Destruction e agli Iced Earth, per il modo di creare i riff, agli Emperor per l'utilizzo delle tastiere come creatrici d'atmosfere epiche e maestose e non di inutili e stupidi funambolismi fini a se stessi o per lasciarsi andare a delle noiose gare di assolo con le chitarre.
Attenti pero' a non fraintendermi, i Fiurach non si limitano a scopiazzare questi gruppi, ma piuttosto sembrano aver assimilato la lezione per sfornare un prodotto molto personale e piuttosto innovativo.
Insomma, un album certo di non facile digestione, che puo' lasciare spiazzati ad un primo e distratto ascolto, pero' di sicuro un album molto valido, secondo me davvero bello e uno dei migliori di quest'anno, superiore di certo ad album usciti per grandi case e magari anche super prodotti. Decisamente consigliato a chi ama il vecchio thrash e la musica estrema.