Aria di novita' in casa Dokken: messo da parte George Lynch (l’uomo che fino
a qualche anno fa sembrava esserne il vero leader) la band sembra essere
entrata in uno stato di grazia assoluto. Questo "Erase the slate" e'
melodico, e' pesante quanto basta, ed e' maledettamente accattivante.
Lasciate perdere i deliri postindustriali degli ultimi due lavori e
rispolverate chicche dell'hard rock anni 80 come "Under lock and key" o
"Tooth and nail". Il paragone ci sta tutto, e anzi questo e' anche meglio!
Per i piu’ giovani diremo che la musica proposta dai nostri e' tutta
chitarra e voce, un (hard) rock nel senso più classico del termine insomma,
dove a fare la differenza e' appunto la bravura del solista o la voce del
front-man. Il nuovo axe-man si chiama Reb Beach (ex-Winger e ex-Alice
Cooper) e ci regala un guitar-work di tutto rispetto che non fa certo
rimpiangere Mr. Scary (anzi...). Sul fronte delle vocals invece e' sempre Don
Dokken a dare il suo contributo (e che contributo...) Con queste premesse voi
capite bene che il risultato non puo' fallire!
Si comincia subito con la title-track e l’attacco e' dei piu’ dirompenti:
adrenalina pura! Poi il CD prosegue dritto per le coordinate tracciate all’
inizio, e persino quando l’atmosfera si fa piu’ soft (Who believes) non ci
si discosta di molto.
Le tracce piu' intense sono senz’altro Maddest Hatter (con l’attacco "a
cappella" trooooppo anni ottanta, e il finale in accelerazione), Drown
(molto ritmata con un Don decisamente ispirato), e One (il cui chorus e'
composto da quattro parole: tanto basta per non scordarselo piu').
La gia' citata Who believes e' la classica ballad, song quanto mai adatta al
cuccaggio, e cosa importa se sa un po’ di gia' sentito?
In your honour e' invece meravigliosamente acustica, forse non in sintonia
con il resto ma decisamente godibile.
Ma la vera sorpresa di questo disco e' data da "Crazy Mary goes round", non
tanto per la canzone in se' (un po’ scontata a dire il vero) quanto per le
vocals: dietro il microfono troviamo infatti "Wild" Mick Brown (batteria), e
la sua prestazione e' a dir poco ottima!
Una segnalazione particolare merita infine l’ultima manciata di secondi (la
traccia numero dodici, nascosta), dove i Dokken ci regalano un pezzettino di
quella che potremmo definire Mr. Scary part.II (la I e' una fenomenale
strumentale eseguita da Lynch in "Back for the attack" nell’ormai lontano
1987), e scusate se e' poco!!