Twitter
LinkedIn
Google+
YouTube
Facebook
Daniele Assereto
Daniele
Assereto


 
Gennaio 2009

14 gennaio 2009
GENOVA BOULEVARD

Spazio.
In astronomia, è la porzione di universo situata al di fuori dell'atmosfera stellare o planetaria. In altre parole, è l'insieme di tutti quei posti che ci tolgono il respiro, quei posti fantastici in cui vorremmo andare o che desidereremmo tanto raggiungere, ma che per un motivo o per l'altro ci sono stati proibiti. Posti da sogno, posti che invidiamo a tutti quelli che al contrario di noi riescono a raggiungere, riescono ad ottenere. Posti incantati, che fino a qualche anno fa non eravamo in grado di immaginare. Posti che adesso ci sono stati negati, come se avessimo colto la mela proibita da chissà quale paradiso terrestre a cui nemmeno eravamo destinati.

Spazio.
In fisica, è l'elemento dell'universo attraverso il quale ci muoviamo e esistiamo, misurato nel sistema internazionale con l'unità di misura del metro e con i multipli, sottomultipli e derivati di quest'ultimo. In altre parole, è tutto quello che ci circonda, e che misuriamo [magari anche inconsciamente, ma comunque misuriamo] ogni giorno. Lo spazio a disposizione diventa un vero e proprio metro di giudizio per misurare i nostri spostamenti, se non il fine stesso. Cosa facciamo stasera? Dove andiamo? Dove? E' tutta una questione di spazi, e di obiettivi [fisici o meno] da raggiungere.

Spazio.
In grammatica, è l'elemento che separa tra di loro le parole di una frase. In altre parole, nessun dialogo sarebbe possibile senza l'ausilio di questo piccolo strumento verbale e scritto, che rende tutto più chiaro e privo di possibili equivoci. Le bocche si aprono, comunicano tra loro, scambiandosi opinioni e pareri, e tutto attraverso quel piccolo elemento invisibile che non è più un fine, ma il mezzo più potente per fare chiarezza. La parole sgorgano dalla penna, scritte come piccoli segni neri sul bianco di quel foglio di carta che tutto racchiude in se stesso. E tra tutte le parole, che siano urlate o miniate, c'è sempre lui, c'è sempre la sua invisibile presenza. Intangibile come un desiderio che non si riesce a raggiungere. Trasparente come il vento, e capace allo stesso tempo di gelare nel freddo dell'inverno o riscaldare durante l'estate del discorso. Incorporeo come l'anima stessa.

E' tutta una questione di spazi. Sempre.
Spazi che mancano sempre di più, e dei quali a Genova si sente la mancanza. Quali sono quei posti dove si può fare musica, oggi? Dove sono gli spazi in cui si possa coltivare l'arte musicale, la cultura del suono? I locali continuano a chiudere, uno dopo l'altro, cadono come soldati al fronte, oppressi e soggiogati da restrizioni sempre più pesanti, sempre più soffocanti. Esiste un palazzetto dello sport, ma è adatto solo per grandi eventi. Esistono arene e palchi all'aperto, ma non sono praticamente utilizzabili al di fuori della bella stagione. E cosa resta? Restano alcuni circoli ARCI, restano i centri sociali che per natura sono sempre criticati, e resta una manciata di luoghi al di fuori del capoluogo ligure. Restano anche i festival estivi, organizzati col sudore da poche anime che ancora credono di poter fare qualcosa, e si attaccano ai loro sogni nella speranza di non svegliarsi tanto presto. Per il resto, non ci sono alternative per portare avanti discorsi di cultura musicale, ed è francamente assurdo. E' assurdo perchè proprio quest'anno si celebra il decimo anno dalla morte di Fabrizio De Andrè, il cantautore, il poeta, il simbolo della musica a Genova. E' assurdo perchè sembra quasi che a Genova la musica sia soltanto più quel nome, e non vi sia nient'altro. E' assurdo perchè se da un lato è corretto festeggiare e solennizzare un mito, dall'altra è meschino e ridicolo che una città che si vanta di avere un così nobile cantante si ostini poi a mettere i bastoni tra le ruote a chi cerca di portare avanti un discorso di cultura e di arte. Non è un fatto ignoto che Fabrizio abbia iniziato la sua carriera musicale cantando di ghetti, di vicoli malfamati, di storie vissute da gente povera e semplice, di emarginati. I ghetti degli anni '70 sono diventati i centri sociali di oggi, e ghetti sono anche tutti quegli spazi che vengono boicottati solo perchè osano cercare di alzare la testa e proporre discorsi artistici che fuoriescono dalla normalità. E dietro quale scusa si nascondono le istituzioni che dovrebbero promuovere la cultura? Non può non venirmi in mente il discorso che il manager faceva al povero scrittore nel famosissimo film Viale del tramonto: "io ho fiducia in te, io ti stimo, ma so che per essere creativo tu devi fare la fame, e perciò ti tolgo tutto...". Sappiamo benissimo a quale universo al di fuori dell'atmosfera stiamo puntando. Sappiamo benissimo dove vorremmo arrivare. Sappiamo benissimo che quello che manca è un dialogo. E dunque è a questo che siamo arrivati? Alla celebrazione dei miti del passato, oramai troppo grandi per esistere in questo piccolo mondo, e al tentativo di distruzione di tutto quello che ne è venuto dopo? Siamo dunque arrivati al nostro viale del tramonto?

E' tutta una questione di spazi, dicevo: la musica è ancora grande, è Genova che è diventata piccola.

Commenti (0)



11 gennaio 2009
RISPETTO

Rispetto: "sentimento di riguardo e di attenzione nei confronti degli altri, che trattiene dall'offendere, dal trattare bruscamente o in modo inadeguato". Iniziamo da questo. O dalla mancanza di questo, per la precisione: il rispetto non dovrebbe mai venire meno in determinate situazioni, soprattutto nell'ambiente musicale. Non dovrebbe mancare mai, secondo la mia personale opinione, ma ora non intendo perdermi in disquisizioni di puro carattere sociale. Procediamo quindi con ordine.

La locandina è chiara: "sabato 10 gennaio, dalle 22.30, ingresso con tessera ARCI". C'è poco spazio per dubbi o fraintendimenti. Arriviamo davanti al locale alle 22.40, un orario più che onesto, e ci troviamo davanti ad una porta ancora chiusa. C'è già qualche anima che aspetta lì fuori, al freddo, davanti a quella porta chiusa. Scopriamo che alcuni stanno aspettando dalle 22. E' inutile bussare, solo il silenzio ed il fischio del vento rispondono a quei colpi che risuonano vani e privi di eco nel gelo della sera. E' anche inutile provare a chiamare qualcuno del gruppo che avrebbe dovuto suonare quella sera, amici da tempo, così come è inutile tentare di contattare la persona che cura la promozione del gruppo in questione. I cellulari squillano, ma la risposta non è differente da quella del vento che continua a soffiare, senza sosta: silenzio, tutto intorno a noi.
Non ha senso restare ad aspettare davanti ad una porta chiusa, e decidiamo di andare a riscaldarci in un locale lì vicino. Passano i minuti, inesorabili e implacabili. Passano le mezz'ore. A mezzanotte circa, entrano nel locale altri ragazzi, che si siedono nel tavolo vicino al nostro. Scopriamo con stupore che il locale è ancora chiuso. A poco servono parole del tipo "ma in fondo lo sappiamo, lì funziona così". A poco servono giustificazioni quando i fatti parlano già chiari da soli, senza bisogno di ulteriori aggiunte. Il rispetto è venuto a mancare.
Personalmente non mi importa se il gruppo che avrebbe dovuto suonare è composto da amici con i quali magari la sera prima bevevo e scherzavo in qualche pub, davanti ad una birra. Sabato 10 gennaio sono venuto per ascoltare loro come musicisti, come artisti, come professionisti, e come tali mi aspetto che si comportino. Se mi comunichi "cerca di arrivare puntuale" e alleghi la locandina con tutte le indicazioni, io mi aspetto quantomeno di trovare il locale aperto, per tale ora. Non starò poi a criticare se inizi a suonare un'ora dopo, se ti fai attendere per far arrivare più gente o per creare suspance, ma almeno non mi hai lasciato in condizioni di doverti aspettare nel freddo della notte. Non quando hai comunicato un orario ben preciso e hai richiesto puntualità. E non puoi nemmeno nasconderti dietro un dito adducendo la scusa "ma è colpa del locale", perchè nemmeno tu [gruppo] eri presente sul posto all'ora in cui avresti dovuto esserci. Hai finito di fare i suoni alle 21.30? Mi sta bene. Devi ancora mangiare? Mi sta bene. Arrivi davanti al locale [ancora chiuso] dopo le 23.30? Non mi sta più bene.

E siamo quindi arrivati al problema di fondo. Possiamo girarci intorno quanto vogliamo, ma è sempre lei. La professionalità: "capacità, competenza e serietà nell’esercitare una professione". Non importa quanti concerti un gruppo faccia, in giro per l'Italia. Non importa quante gente vada ai suoi concerti. Quando un gruppo di Genova suona a Genova, è quasi come se stesse suonando nella propria saletta, con tutti gli amici intorno che cantano le canzoni perchè oramai le conoscono a memoria, e battono le mani a tempo... ma questa situazione non autorizza un gruppo a venire meno al rispetto per il proprio pubblico, a maggior ragione se quel pubblico viene a sentirti per amicizia prima ancora che per il lato artistico. E' come se io invitassi a cena un'amica a casa mia per le 20, e poi mi presentassi davanti al portone due ore dopo. C'è qualcosa che non quadra, c'è qualcosa di disastrosamente sbagliato in tutto questo. Poi, ahimè, a Genova siamo tutti amici e perciò felici, e si passa sopra a tante cose. Si sorvola su tanti, troppi errori, quando invece se non lo si facesse forse si raggiungerebbero obiettivi migliori e la gente si lamenterebbe molto meno. Ma finchè mancherà il rispetto, finchè si peccherà in professionalità, ho paura che i risultati tarderanno ad arrivare.

In tutto questo scenario, la presa in giro finale. Per entrare nel locale, oltre alla tessera ARCI c'erano da pagare altri 5 euro per il concerto. Come a dire: "ti sto prendendo per il culo, e intendo farlo fino alla morte". Buon per te. E' a questo che aspiri? Buon per te.

Legenda.
Locale: Milk Club.
Gruppo: 2Novembre.

Commenti (3)


ULTIMI COMMENTI

05/08: My BEST 10 ALBUMS
05/08: My BEST 10 ALBUMS
13/07: Ipse dixit
13/07: Cipolla
13/07: Ezio e le Scorie Lese
13/07: Cipolla
13/07: Cipolla
24/01: Cipolla
24/01: Cipolla
30/05: Ciambelle
30/05: Ciambelle
14/03: Ipse dixit
19/01: Steganografia Metallorum
03/01: Professioni
03/01: Professioni
27/11: PENDULUM
24/11: Professioni
19/07: Nevermore
19/07: Nevermore
30/12: Math

DOWNLOAD ZIP

Antro del Fato: 1, 2, 3, 4
Control Denied: 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10
Control Denied 2: 1, 2, 3
Imagine 7D: 1, 2, 3, 4
Le sole 24 Ore: 1
Lupus: 1